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No alla consegna di Shahin al regime egiziano!
di Alessandro Ferretti
In tanti abbiamo parlato della saldatura tra il fascismo di ritorno e il sionismo genocidario, di come lottare contro il genocidio equivalga a lottare contro il fascismo, di come ogni battuta di arresto del progetto genocidario sia una sconfitta per il nuovo fascismo che avanza.
Se c'è qualcuno che l'ha capito perfettamente sono i fascisti stessi: imbufaliti dal rallentamento del genocidio imposto a Israele dalle piazze strabordanti dei mesi scorsi, e desiderosi di ricominciare al più presto il massacro senza restrizioni né remore, ora si accaniscono contro coloro che hanno reso possibile quell'esplosione di umanità con l'intento di eliminare fisicamente alcun* per intimidire tutti gli altri, in modo da "bonificare" la società in vista di una ripartenza delle stragi in grande stile.
Il decreto di deportazione inflitto a Mohamed Shahin, da sempre attivo a denunciare i crimini contro i palestinesi, porta chiarissimo il marchio di fabbrica del ventennio fascista che spediva i dissidenti al confino: colpirne uno per educarne cento. Se lo stato riuscirà nel suo intento allora, come dice qui Rita Rapisardi, chiunque in Italia sia di origini straniere diventerà un cittadino di serie B, cacciabile a piacimento per una parola non gradita ai nuovi padroni dell'Italia.
Sarebbe il compimento degli atroci slogan di Salvini e Meloni, degli italiani "padroni a casa loro", secondo cui i migranti sono ospiti in stato di inferiorità, che devono costantemente ringraziare se gli viene magnanimamente concesso di vivere tra noi.
I benpensanti di sinistra hanno passato buona parte degli ultimi trent'anni a spiegarci quanto fosse stupido, ignorante e controproducente paragonare le destre rampanti al fascismo, dandoci dei catastrofisti allarmisti e bacchettandoci a suon di sottili distinguo tipicamente campati in aria. Se il fascismo si sente così forte è anche grazie a loro, che si sobbarcano con entusiasmo il lavoro sporco di delegittimare e ridicolizzare le lotte antifasciste sollevando da tale incombenza i fascisti dichiarati.
Ora vedremo quanti di questi benpensanti avranno infine uno scatto di orgoglio e si esprimeranno pubblicamente contro questa barbarie e quanti invece faranno come sempre finta di avere altro da fare. Questo è infatti un bivio dirimente: se non ti esprimi contro la deportazione politicamente motivata di una persona che vive e lavora qui a Torino da oltre vent'anni senza aver mai creato il minimo problema a nessuno allora o sei una persona che se ne frega totalmente di ciò che succede attorno a sè, oppure hai voglia a definirti un sincero democratico: la realtà è che sei uno schifoso razzista e non hai neanche il coraggio di ammetterlo. Qui è Rodi, qui devi saltare: altrimenti sei fascista pure tu.
Link alla petizione per chiedere l'immediato rilascio di Mohammed: https://www.change.org/p/fermiamo-l-espulsione-di-un-uomo-innocente-no-alla-consegna-di-shahin-al-regime-egiziano
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