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05 giugno 2025
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Lula: a Gaza non è una guerra ma genocidio
di Vitoria Sobral

Giovedì, il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva ha denunciato la campagna militare israeliana a Gaza come "genocidio", chiedendo al contempo un rinnovato impegno globale per porre fine alla guerra in Ucraina attraverso il dialogo e la diplomazia.

"Questa non è una guerra. È un genocidio", ha dichiarato Lula in una conferenza stampa congiunta con il presidente francese Emmanuel Macron a Parigi. "Un genocidio perpetrato da un esercito altamente addestrato, contro donne e bambini", ha detto, riferendosi ai continui attacchi israeliani a Gaza.

Ha anche criticato la risposta disomogenea della comunità internazionale alle morti civili. "Nei giorni scorsi abbiamo pianto l'uccisione di due israeliani. Ma lo stesso giorno sono stati uccisi anche due bambini palestinesi che portavano sacchi di farina, eppure non c'è stata la stessa dimostrazione di solidarietà", ha detto.

Lula ha ribadito il suo appello di lunga data per la riforma del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, affermando che l'attuale struttura è "politicamente debole" e incapace di prevenire o risolvere i conflitti globali. "L'Africa e il Sud America devono essere rappresentati e Paesi importanti come Germania, Giappone e India meritano un seggio", ha affermato.

Da parte sua, Macron ha difeso la posizione dell'Occidente su Ucraina e Gaza.

Macron ha affermato che la Francia sta collaborando con i partner regionali e internazionali per ottenere un cessate il fuoco e l'accesso umanitario. "Stiamo lavorando per aumentare la pressione in coordinamento con gli americani, per garantire un cessate il fuoco e la ripresa delle operazioni umanitarie", ha affermato.

Ha aggiunto che è in preparazione un'importante conferenza con l'Arabia Saudita per il 18 giugno, volta a promuovere la creazione di uno Stato palestinese e un quadro di sicurezza collettiva per la regione. "Decideremo se sarà necessario alzare il tono e adottare misure concrete", ha affermato.

Il Financial Times e altre testata occidentali hanno sollecitato in questi giorni un intervento dell'Occidente, in particolare della UE, e sanzioni verso Israele.

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