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Contrasto antisemitismo: rischio che sia indottrinamento o censura
di
Rita Newton
Nella seduta del 19 febbraio 2025, il Consiglio dei ministri italiano è stato informato dell’aggiornamento della “Strategia nazionale per la lotta contro l’antisemitismo”.
Il documento è stato elaborato e definito da un Gruppo tecnico di lavoro per la ricognizione sulla definizione di antisemitismo
approvata dall’IHRA (International Holocaust Remembrance Alliance). (1)
Il Gruppo è presieduto dal Coordinatore nazionale per la lotta all’antisemitismo, Cons. Pasquale Angelosanto (già generale dei Carabinieri), e formato dai rappresentanti della Presidenza del Consiglio e dei Ministeri interessati, dell’associazionismo ebraico (UCEI, UGEI, CDEC, IHRA) e del mondo accademico.
La nuova Strategia nazionale, elaborata in una prospettiva quinquennale (2025-2029), si sviluppa su cinque linee d’azione:
- ricerca e raccolta dati e analisi per definire il quadro di situazione e le sue matrici, tenerlo costantemente aggiornato, integrarlo e comunicarlo;
- formazione nella scuola a tutti i livelli, nelle università e nel mondo dello sport e del lavoro, inclusa la Pubblica Amministrazione in tutte le sue articolazioni;
- valorizzazione della cultura della memoria, attraverso l’individuazione di percorsi significativi e commemorazioni, promossa dal Ministero della Cultura e da enti e associazioni pubblici e privati, nella quale coinvolgere i Ministeri interessati e le istituzioni culturali;
- garanzia della sicurezza delle Comunità ebraiche e sviluppo della conoscenza delle loro attività di vita e di culto;
- attenzione massima alla dimensione digitale, coinvolgendo gli altri Stati, la Commissione europea, i grandi gestori e le Istituzioni che assicurano monitoraggio e formazione nel settore.
Va detto che fortunatamente il documento del gruppo afferma "Affrontare il tema dell’antisemitismo in Italia comporta la chiara assunzione di responsabilità per l’adozione delle leggi razziste del 1938 di stampo antisemita che hanno segnato una svolta nella storia del nostro Paese.".
Inoltre si afferma: "L’ostilità antisemita si manifesta a diversi livelli: attraverso veri e propri reati di matrice razzista (crimini di odio o hate crimes) quali attacchi all’integrità fisica o alle proprietà di ebrei e istituzioni ebraiche ma anche dichiarazioni verbali o scritte, o attraverso atti discriminatori, o infine convinzioni, pregiudizi o stereotipi finalizzati a denigrare gli ebrei, cioè un linguaggio
d’odio, disprezzo, allusioni o derisioni che tende a divenire mainstream anche se non costituisce reato. La distinzione tra questi tre diversi livelli è cruciale per lottare contro di esso."
Tuttavia viene specificato che "Tra le nuove forme di antisemitismo è diffuso l’odio contro Israele, la sua demonizzazione e l’equiparazione con il nazismo. Specie da parte di alcune correnti arabo-musulmane o islamiste o filo-palestinesi o di estrema sinistra si nega legittimità allo Stato di Israele e il suo diritto di esistere e si manifesta ostilità verso l’ebreo in quanto tale. Permangono le spiegazioni che
attribuiscono tutte le disgrazie dell'umanità ad un agente centrale: l "ebreo" ieri, "Israele" oggi."
E si specifica che "L’incitamento al boicottaggio politico, economico, accademico o culturale viene utilizzato in chiave antisemita da queste correnti." ma in realtà si tratta solo di una forma di protesta politica che mira a richiamare l'attenzione del pubblico sui crimini commessi da Israele, cosa che avviene anche contro altri governi che non abbiano connotazione ebraica. Altrimenti si porrebbe dire in modo speculare che la Shoah sarebbe un alibi per uno stato (che nello specifico si chiama Israele) per restare esente da critiche per le sue azioni e impunito per i suoi crimini.
Per questo non è peregrino il timore che le azioni antisemite delineate possano trasformarsi in censura, con l'interpretazione estensiva di quanto nel paragrafo precedente o in indottrinamento sionista (visto che si intende programmare l'educazione nelle scuole e in altri contesti dove vi sono minori) laddove si dia per scontato che qualsiasi critica o azione di protesta nei confronti di Israele sia utilizzato in chiave antisemita come enuncia il documento.
Ovviamente sarebbe positivo se gli interventi mirassero a combattere il razzismo, che ingloba anche l'antisemitismo, ma c'è da dubitare che sarà così, come invece indicato dal Consiglio dell’Unione Europea nella Dichiarazione n. 13637/20 del 2 dicembre 2020, in cui si chiede
agli Stati membri l’integrazione della lotta all’antisemitismo trasversalmente ai vari ambiti politici e che il documento italiano afferma di prendere a riferimento.
Nel suo preambolo si legge: "L’obiettivo dell’UE è promuovere la pace, i suoi valori e la pace benessere dei suoi popoli (cfr. articoli 2 e 3 del trattato sull'Unione europea). Rispetta la diversità e sostiene la solidarietà. Qualsiasi forma di antisemitismo, intolleranza o odio razzista lo è incompatibile con i valori e gli obiettivi dell’Unione europea e dei suoi Stati membri e deve essere affrontata attraverso un’azione decisiva a livello europeo e nazionale."
Teniamo conto che in diversi casi sono gruppi o movimenti ebraici a criticare le azioni che sta mettendo in campo Israele ai danni della popolazione palestinese, come nel caso dei 350 rabbini statunitensi o in quello del manifesto odierno firmato da ebrei italiani.
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(1) “L’antisemitismo è una certa percezione degli ebrei che può essere espressa come odio per gli
ebrei. Manifestazioni di antisemitismo verbali e fisiche sono dirette verso gli ebrei o i non ebrei
e/o alle loro proprietà, verso istituzioni comunitarie ebraiche ed edifici utilizzati per il culto”.
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