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Ad un anno di distanza
di
Alessandro Ferretti
Un anno fa scrivevo la riflessione in calce, il cui concetto di base è che quando uno stato intraprende politiche di destra entra in un circolo vizioso che lo porta sempre più a destra.
Il sostegno al genocidio dei palestinesi è un chiaro esempio di politica di destra e guardate dove ha portato il mondo nel giro di un solo anno. Non solo siamo sull'orlo di una guerra mondiale, ma c'è stata una spaventosa regressione dei paesi sedicenti "democratici" che ora censurano e arrestano pacifisti, blindano gli organi di informazione pubblici, vietano intere manifestazioni, approvano leggi liberticide degne di regimi totalitari e naturalmente tagliano le spese sociali per finanziare quelle militari.
Chiunque si dica di sinistra, anche come semplice simpatizzante, deve rendersi conto di tre cose:
- non esiste una "soluzione elettorale" al dilagare della destra. I partiti di sinistra istituzionali hanno inequivocabilmente dimostrato di non essere all'altezza e di non avere nè intenzione nè capacità di agire in proprio o di sensibilizzare e mobilitare i cittadini per fermare questa corsa. Non sono parte della soluzione bensì parte del problema:
- non possiamo assolutamente permetterci di continuare su questa strada per un altro anno. Di questo passo cesseremo del tutto di essere un paese civile molto prima.
- i genocidari non si fermeranno da soli e anzi alzeranno il livello dei crimini. La mancanza di opposizione non ha fatto altro che ingigantire il loro appetito. L'attacco al Libano e l'attuale pulizia etnica nel nord di Gaza un anno fa erano impensabili e adesso sono in pieno svolgimento.
Quindi, se davvero volete continuare a considerarvi come persone di sinistra è tempo di smettere di postare sul gossip del giorno e dedicare le proprie energie a cercare di salvare il salvabile. Se non lo fate è perché il ritorno del fascismo e della guerra a voi va più che bene, altro che sinistra.
Leggi la riflessione dell'anno scorso
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