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ONG palestinesi ricordano agli Stati la Convenzione sul genocidio
di
Gabriella Mira Marq
Mentre Israele ha chiesto ai suoi ambasciatori di fare pressione sui governi dei vari paesi per sminuire il genocidio per ridurre la portata della causa promossa dal Sud Africa davanti al Tribunale dell'ONU, i palestinesi hanno chiesto a tutti gli Stati di sostenerla prima che la Corte internazionale di giustizia accusi Israele di genocidio contro i 2,3 milioni di palestinesi nella Striscia di Gaza.
Il Comitato di Coordinamento Palestinese Anti-Apartheid (PAACC), che comprende il Dipartimento Anti-Apartheid dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP), il Movimento BDS, il Consiglio dell’Organizzazione Palestinese per i Diritti Umani (PHROC) e la Rete delle ONG palestinesi (PNGO), ha ricordato tutti gli Stati parte della Convenzione sul genocidio del loro obbligo legale non solo di “adottare misure per prevenire” ma anche “di punire il crimine di genocidio, anche promulgando la legislazione pertinente e punendo i colpevoli”.
Qualsiasi Stato che non sostiene questa causa della Corte Internazionale di Giustizia con la scusa di “difendere il proprio status di mediatore” tra Israele e i partiti palestinesi non riesce a rispettare i propri obblighi legali ai sensi della Convenzione sul genocidio per prevenire il genocidio.
Inoltre, la mediazione tra gli autori del genocidio e coloro che lo subiscono può essere rilevante solo una volta che il genocidio sarà fermato. Qualsiasi serio sforzo di mediazione deve sostenere lo stato di diritto e basare le proprie azioni sul diritto internazionale. Affinché possa aver luogo una giusta mediazione, è necessario innanzitutto porre fine immediatamente ai massacri genocidi di Israele e alla fame dei palestinesi a Gaza.
L’unica posizione legale e morale che qualsiasi Stato può assumere è quella di sostenere la richiesta del Sud Africa affinché la Corte Internazionale di Giustizia emetta misure provvisorie per fermare l’aggressione, consentire gli aiuti umanitari a Gaza e fermare e invertire lo sfollamento sistematico forzato. Nient'altro conta così tanto.
Fermare il genocidio statunitense-israeliano non è solo una necessità assoluta per salvare la vita di centinaia di migliaia di palestinesi. È anche una necessità assoluta salvare il diritto internazionale e salvare l’umanità dall’era “la forza fa il diritto” verso la quale Israele, sostenuto dall’Occidente coloniale, sta portando il mondo, minando la pace e la sicurezza delle nazioni di tutto il mondo.
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