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Israele teme giudizio della CIG e fa pressione sugli stati occidentali
di
Giuseppe Salamone *
È incredibile quello che sta uscendo dalle stanze del governo israeliano, altrettanto incredibile è che in Italia non se ne sappia nulla. Quello che sto per scrivere non esiste per i pennivendoli e per i politici nostrani.
Il ministero degli Esteri di Israele ha ordinato alle ambasciate di fare pressione su diplomatici e politici dei Paesi che li ospitano affinché rilascino dichiarazioni contro l'accusa per genocidio avanzata dal Sudafrica alla Corte Internazionale di Giustizia.
Sostanzialmente chiedono ai loro ambasciatori in giro per il mondo di forzare la mano per fare in modo che non si abbia la percezione che Israele stia commettendo un genocidio con la compiacenza della politica e della stampa criminale. (In Italia sta succedendo esattamente questo!)
Chiedono tutto ciò per mettere pressione alla Corte Internazionale di Giustizia per farle rigettare la denuncia di genocidio fatta dal Sudafrica.
Nel cablo di cui Axios è venuta in possesso, c'è scritto che "l'obiettivo strategico" di Israele è quello di fare in modo che la Corte non condanni Israele.
Questo significa che la denuncia del Sudafrica è attendibile e ha fondamenta giuridiche solide. Infatti il governo israeliano che agisce in questo modo coercitivo ci dimostra che sta tremando di paura. Se non avesse nulla da temere, non agirebbe in questo modo.
Se la Corte desse ragione al Sudafrica cambierebbe tutto. Una condanna significherebbe per lo stato terrorista di Israele non solo conseguenze legali, ma anche problemi e di non poco conto nelle pratiche bilaterali, multilaterali ed economiche.
Ed è anche e soprattutto per questo che nel "buono e democratico occidente" quest'azione sta passando in sordina e venendo censurata. Proprio perché l'occidente non è complice, è direttamente responsabile!
* Coordinatore Commissione esteri dell'Osservatorio
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