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29 dicembre 2025
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Dove trovare la nostra legge?
di Nina Cartura

Ogni volta che un deficiente scrive un commento su un social, a Gaza muore un bambino.

Non trovo neanche le parole per definire lo schifo che provo di fronte a questa folla beota e inferocita.

Al netto dei bot e dei troll a pagamento, direi che il governo meloni sta riuscendo in pieno nel doppio intento di affossare il dissenso sul massacro in Palestina e demonizzare l'elettorato "di sinistra".

Certe operazioni, per riuscire, non devono essere raffinate, devono essere crasse abbastanza da riuscire a diffondersi scivolando prive di profondità, come la banalità del male.

Il punto è: c'è ancora qualcosa che possiamo fare? Io ad esempio sento molto la mancanza di una struttura e di un sistema legale di riferimento. Il diritto internazionale langue, quello europeo è ridotto a una pericolosa associazione a delinquere che anche se su presupposti diversi persegue la stessa linea del nostro esecutivo, quello italiano, ammesso che non venga completamente fagocitato dal prossimo referendum, non ha abbastanza competenza su un reato internazionale.

Per un po' ci siamo illusi sulla denuncia alla Corte Penale Internazionale, ma tutto tace anche su quel fronte. La Fondazione Hind Rajab ho l'impressione che stia perdendo colpi, e in ogni caso è giustamente concentrata su capi d'accusa che riguardino chi è stato direttamente e attivamente coinvolto in questo macello.

Ursula von eccetera ha appena dichiarato il suo orgoglio nell'aver predisposto un sistema di censura sui social che "come un vaccino limiti gli effetti del virus della libertà di parola" (sic).

In Europa sono già state sanzionate, praticamente condannate a una morte civica, 59 persone. Soggetti di diritto che scontano una pena senza essere stati sottoposti a giudizio, in un'altra orribile convergenza con l'orientamento che anche lo stato italiano vuole perseguire.

I centri sociali vengono chiusi con motivazioni formali di lana caprina, bypassando così il criterio costituzionale che prevede la responsabilità individuale dei reati, e quello che succede alle ONG umanitarie non serve neanche dirlo: accusate di complicità in terrorismo recependo le indicazioni di un governo che ha definito terrorista persino associazioni come Save the Children e UNHCR.

E non oso neanche immaginare quello che ancora potrebbe accadere a Genova, nell'ambiente dei portuali.

Siamo attaccati su ogni livello, solo perché abbiamo visto un orrore disumano e abbiamo deciso di non volerne essere complici. E siamo soli.

Anche se tanti, siamo monadi disorganizzate, incapaci di andare oltre il dissenso generale, di muoverci in quel punto preciso in cui il dissenso stesso rischia di venire cooptato, normalizzato e infine fagocitato.

Non solo non abbiamo un progetto ma in questo muoverci affidato al caso non abbiamo neanche un riferimento, un punto di appoggio che faccia anche da leva. Ci illudiamo del fatto che a salvaguardia della democrazia basti il volere dei tanti, ci dimentichiamo del fatto che senza diritto la democrazia è morta.

Dove trovare la nostra legge?

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