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Predatori
di David Cappellini
Come si fa a non definire gli Usa un impero predatorio? Dopo l'incredibile violazione della sovranità venezuelana con la scusa di combattere i narcotrafficanti, ora gli attacchi alla Nigeria per proteggere i cristiani dalle costanti violenze delle milizie islamiche.
L'ipocrisia degli statunitensi è arcinota da quasi un secolo, ma con la presidenza Trump assume caratteri grotteschi.
Quando parli di Venezuela e Nigeria la prima cosa che viene in mente è il petrolio. La Repubblica bolivariana è il primo stato al mondo per riserve petrolifere, lo stato africano il primo in Africa, decimo nel mondo, con una produzione di quasi 2 milioni di barili al giorno e con un'esportazione pari all'85% della produzione.
Per un impero in crisi sono bocconcini allettanti e alla portata, una alle porte di casa, l'altro perché in piena crisi politica e agitato da una guerra religiosa alimentata ad arte per mantenerlo instabile. Qualcuno potrà obiettare che gli Usa sono il principale produttore di petrolio al mondo, ma sono anche il maggior consumatore, con un consumo giornaliero che si aggira sui 19,7 milioni di barili.
Questo elevato consumo, che rappresenta circa il 20% di quello globale, deriva dalla vasta domanda energetica interna, ma nonostante l'alta produzione (oltre 14 milioni di barili/giorno), gli USA hanno ancora un deficit e sono tra i principali importatori di oro nero. Il gap di 5,7 milioni di barili tra produzione e consumo pensano di colmarlo con l'appropriazione delle riserve venezuelane e della produzione nigeriana.
Trump ragiona e agisce come i suoi predecessori, ma lo fa senza filtri, in modo grossolano e diretto. Ha messo economicamente all'angolo l'Europa e l'ha umiliata politicamente, al momento opportuno si prenderà anche la Groenlandia.
È proprio per la mancata reazione europea che la UE non ha più alcun senso di esistere, se mai lo avesse avuto. l'adozione dell' euro ha praticamente annichilito, inserito in un contesto asimmetrico, le potenzialità dei singoli paesi, in primis dell' Italia. Le assurde politiche austeritarie imposte da Bruxelles hanno aggravato la subalternità di una non comunità divisa da interessi egoistici e sostanzialmente germanocentrica.
Quando sono arrivate la guerra e la grande crisi economica che ha colpito la Germania, gli Usa hanno avuto buon gioco ad imporre a tutta la UE le proprie direttive economiche. La classe politica al potere, non so se debole o collusa, si è completamente genuflessa al nuovo imperatore, un gangster senza scrupoli arrogante e diretto.
I risultati li vediamo, con l'illusione che l'industria militare sia un veicolo di ripresa economica, di cui la nostra classe politica, Meloni inclusa, nasconde o minimizza le pericolose implicazioni.
Ormai viviamo in un mondo in cui Usa e Israele possono fare carta straccia del diritto internazionale, che come dice il nostro encomiabile e azzimatissimo ministro degli esteri, in certi casi "conta fino ad un certo punto" ed attaccare l'Iran, il Venezuela, il Libano e ora la Nigeria.
Guerra permanente e accaparramento delle risorse, siano esse il petrolio afro-americano o i territori in Cisgiordania, questa è la nuova realtà mondiale in cui la cecità e l'idiozia europea ci ha fatto trovare del tutto impotenti.
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