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25 dicembre 2025
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ONU: cresce emergenza umanitaria e coloni commettono violenze
di Gabriella Mira Marq

Martedì le Nazioni Unite hanno avvertito che le operazioni militari israeliane in corso e la violenza illegale dei coloni israeliani nella Cisgiordania occupata continuano a mettere a serio rischio i palestinesi e ad aggravare i bisogni umanitari.

In una dichiarazione, l'Ufficio per il Coordinamento degli Affari Umanitari (OCHA) ha dichiarato: "Nelle ultime due settimane, l'OCHA ha documentato ulteriori incidenti che hanno causato uccisioni e feriti tra i palestinesi".

Tra il 9 e il 22 dicembre, "sei palestinesi sono stati uccisi, di cui cinque dalle forze israeliane e uno da un colono israeliano", ha aggiunto, osservando che "del totale, quattro erano bambini".

L'OCHA ha anche lanciato l'allarme per i continui sfollamenti in tutta la Cisgiordania occupata, affermando che "oltre 100 palestinesi [sono stati] sfollati a causa di demolizioni e sfratti nelle ultime due settimane, di cui 63 a Gerusalemme Est e i restanti nell'Area C".

Sottolineando in particolare un incidente, l'OCHA ha osservato che questo "include 50 persone, tra cui 21 bambini, sfollate in una singola demolizione israeliana di un edificio di quattro piani nel quartiere di Silwan il 22 dicembre per mancanza di un permesso di costruzione rilasciato da Israele, che è quasi impossibile da ottenere per i palestinesi".

Secondo i dati palestinesi, le forze israeliane e i coloni illegali hanno ucciso almeno 1.102 palestinesi nella Cisgiordania occupata, compresa Gerusalemme Est, ne hanno feriti quasi 11.000 e ne hanno arrestati circa 21.000 dall'ottobre 2023.

In una sentenza storica dello scorso luglio, la Corte Internazionale di Giustizia ha dichiarato illegale l'occupazione israeliana del territorio palestinese e ha chiesto l'evacuazione di tutti gli insediamenti in Cisgiordania e a Gerusalemme Est.

Riguardo alla Striscia di Gaza, l'OCHA ha affermato che le Nazioni Unite e i suoi partner "continuano a rispondere ai crescenti bisogni delle famiglie sfollate e ad attenuare l'impatto delle recenti tempeste invernali, che hanno ulteriormente peggiorato le condizioni di migliaia di persone in tutta la Striscia".

Tuttavia, ha avvertito che "nonostante questi sforzi, la risposta umanitaria non è stata in grado di tenere il passo con l'entità dei bisogni a causa delle continue restrizioni imposte dalle autorità israeliane, anche all'ingresso di rifornimenti a Gaza".

L'OCHA ha citato le sfide infrastrutturali, affermando che "la carenza di nuovi materiali sta complicando gli sforzi per la manutenzione e la riparazione delle reti fognarie di Gaza City, con le squadre costrette a utilizzare componenti vecchi".

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