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25 dicembre 2025
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Deceduto Mohammad Bakri, regista palestinese di Jenin, Jenin
di Leandro Leggeri

È morto il 24 dicembre 2025 Mohammad Bakri, attore e regista palestinese con cittadinanza israeliana, una delle figure più importanti e controverse del cinema palestinese contemporaneo. Aveva 72 anni. Secondo quanto riportato dai media, Bakri è deceduto in un ospedale di Nahariya, nel nord di Israele, a causa di complicazioni cardiache e polmonari.

Bakri era noto a livello internazionale non solo per la sua lunga carriera come attore – oltre quaranta film, collaborazioni con registi israeliani e internazionali, teatro e televisione – ma soprattutto per il documentario “Jenin, Jenin” (2002), dedicato all’assedio israeliano del campo profughi di Jenin durante la Seconda Intifada. Un film che segnò un punto di rottura irreversibile tra il regista e le istituzioni israeliane.

L’opera fu censurata, sequestrata e portò Bakri a una lunghissima battaglia giudiziaria, culminata in condanne civili e nel divieto di proiezione del film in Israele. Per i suoi detrattori, Jenin, Jenin era propaganda; per sostenitori, critici e attivisti, rappresentava una delle rare narrazioni palestinesi capaci di rompere il monopolio del racconto ufficiale sul conflitto.

Negli anni successivi Bakri divenne una figura sempre più isolata nello spazio pubblico israeliano, bersaglio di campagne politiche e mediatiche, ma mai disposto a ritrattare il senso del suo lavoro. In più occasioni aveva dichiarato che il suo obiettivo non era “convincere”, ma testimoniare: dare voce a una realtà palestinese sistematicamente esclusa dallo sguardo dominante.

La sua morte chiude una parabola umana e artistica segnata dal conflitto tra identità, cittadinanza e memoria. Mohammad Bakri ha incarnato fino all’ultimo la contraddizione di essere palestinese dentro lo Stato di Israele, artista dentro una guerra permanente, testimone in un contesto che spesso punisce chi racconta.

Con la sua scomparsa, il cinema palestinese perde una delle sue voci più riconoscibili, mentre resta aperta la questione che ha attraversato tutta la sua opera: chi ha il diritto di raccontare la guerra, e a quale prezzo.

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