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Stampa embedded
di Paolo Mossetti
A proposito di narrative tutte a difesa dello status quo che prevalevano prima del 7 ottobre e che si stanno riaffacciando oggi: molto grave vedere La Stampa affidare il suo più importante reportage da Gaza dal «cessate il fuoco» a oggi a un'inviata, Fabrizia Magrì, che vive dal 2012 in Israele e impacchetta il lavoro per confermare una dopo l'altra le ragioni di Netanyahu, che retweetta ciò che scrive la Gaza Humanitarian Foundation come se fosse una fonte autorevole - anziché un ente criminale che in sei mesi ha favorito stragi e usato la fame come arma di guerra.
Fonte quel pericoloso foglio eversivo che è Il Post - che amplifica sul suo profilo quasi solo voci pro-IDF e che usa come referente palestinese Ahmed Fouad Alkhatib, un untuoso centrista dell'Atlantic Council che vive a Washington.
Probabilmente nessuna meno che "embedded", anche ideologicamente, sarebbe stata lasciata entrare nella Striscia, ma è un episodio emblematico del perché prospera la controinformazione degli influattivisti su Instagram.
È come se la Stampa fosse costretta al gioco del poliziotto buono/poliziotto attivo editoriale: per ogni Francesca Mannocchi ci dev'essere un Bernard Henri-Lévy, e per ogni timida apertura alle inchieste serie questa roba qui.
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