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Ma Casapound resta dov'è
di
Armando Reggio
LA MANO NERA REPRESSIVA DELL'ESTREMA DESTRA: IN AGOSTO IL LEONCAVALLO DI NILANO, OGGI L'ASKATASUNA DI TORINO... MA CASAPOUND RESTA DOV'È!
Non si smentisce l'estrema destra: non solo contesta le sentenze sgradite alla propria perversa e storica ideologia autoritaria sopprimitrice del dissenso. Va oltre, attentando arbitrariamente alla giurisdizione, per ignorarne i dispositivi con la pratica che solo conosce: la delegittimazione.
Muta repentinamente opinione, però, quando giunge una sentenza a essa favorevole: giusto ieri la Meloni ha per l'ennesima volta disonorato il Parlamento, annunciando l'assoluzione di Salvini in Cassazione, rendendo l'Aula un mercato, dove i suoi applaudivano e vociavano sguaiatamente.
Il centro sociale Askatasuna di Torino ha acquisito notorietà mediatica lo scorso 28 novembre per l'irruzione di un nutrito gruppo di militanti nella redazione de 'La Stampa'.
Mai ci attarderemmo a giustificare quell'azione, nonostante gli assalitori - fermati e denunciati - non abbiano devastato i locali della redazione, mettendo a soqquadro scrivanie e lanciando all'aria documenti.
Eppure, i fascisti al potere hanno spudoratamente equiparato quest'atto senz'altro censurabile all'assalto alla sede della CGIL romana il 9 ottobre 2021.
Così, mai sono giunte le scuse!
L'estrema destra ha inteso vendicarsi con l'intero centro sociale. "Ab uno disce omnes" é il suo immondo criterio: se uno sbaglia, potenzialmente sbagliano tutti.
E tutti vanno isolati, puniti.
Piantedosi, che non deve aver digerito la sentenza della Corte d'Appello di Torino, che ha rilasciato l'imam Mohamed Shahin, stamane alle 5:00 ha mandato la polizia, con 10 mezzi antisommossa, a sgomberare Askatasuna, presidio sociale in città da circa 30 anni. Mentre in queste ore si sta provvedendo a murare gli ingressi.
Che ignori le sentenze della magistratura è presto dimostrato: lo scorso marzo i giudici si erano inequivocabilmente espressi.
Il primo aprile riferiva, infatti, 'Il Manifesto':
"Askatasuna non è un’associazione per delinquere e nessun gruppo eversivo ha operato al suo interno. Di più, anche molti reati specifici sono stati esclusi e i risarcimenti milionari richiesti da presidenza del Consiglio e vari ministeri sono stati disattesi. Nonostante la mobilitazione della destra, le campagne diffamatorie, gli interventi a piedi giunti dei vertici degli uffici inquirenti, la criminalizzazione di tutti coloro che hanno richiamato alla razionalità e al senso delle proporzioni, quando si è arrivati davanti a un giudice, il castello accusatorio è crollato".
C'è, peraltro, da osservare la posizione del sindaco Lo Russo del PD: appresa la notizia dello sgombero, si è premurato di annunciare la disdetta del patto con Askatasuna.
Non stupisce: sulla carcerazione di Mohamed Shahin non una parola, non una sola, aveva pronunciato in suo favore.
Lo scorso agosto - non casualmente, quando la città era vuota - lo stesso Viminale ha disposto la chiusura del Leoncavallo di Milano: per morosità è stata la motivazione ufficiale.
Ma la verità è evidente: hanno voluto tappare la bocca a generazioni di attivisti, che per 50 anni hanno dato voce e sostegno culturale e materiale agli ultimi, soprattutto italiani un tempo, migranti oggi.
Ma Casapound nel centro di Roma rimane lì dov'è: non rileva per le destre che sia morosa, incostituzionale e abbia provocato i manifestanti proPal in ben tre occasioni fra settembre e ottobre scorsi.
 
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