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Denunciato in Italia soldato israeliano per crimini a Gaza
di Viola Fiore
La Fondazione Hind Rajab (HRF) ha presentato una denuncia penale alle autorità giudiziarie italiane contro il soldato israeliano Israel Yitzhki, membro delle Forze di Difesa Israeliane (IDF), per il suo presunto coinvolgimento in crimini di guerra, crimini contro l'umanità e atti di genocidio commessi durante la campagna militare israeliana nella Striscia di Gaza.
La denuncia è stata presentata alla Procura della Repubblica sulla base della giurisdizione universale, a seguito della conferma che Yitzhki è attualmente presente sul territorio italiano. Ai sensi del diritto internazionale e italiano, l'Italia è legalmente obbligata a indagare e perseguire le persone sospettate di gravi crimini internazionali quando vengono trovate sul suo territorio.
L'Italia è Stato Parte delle Convenzioni di Ginevra del 1949, dello Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale e della Convenzione delle Nazioni Unite contro la Tortura. Questi strumenti impongono agli Stati un chiaro obbligo di ricercare, indagare e perseguire gli individui sospettati di gravi violazioni del diritto internazionale umanitario, indipendentemente dalla nazionalità o dal luogo in cui i crimini sono stati commessi.
Il ricorso invoca esplicitamente l'articolo 146 della Quarta Convenzione di Ginevra, che stabilisce la giurisdizione universale obbligatoria sulle violazioni gravi;
l'articolo 5(2) della Convenzione contro la Tortura, che richiede l'azione penale quando un sospettato è presente e non estradato;
il principio "aut dedere aut judicare" - estradare o perseguire.
Come chiarito dal fascicolo, gli Stati non possono legittimamente trasformarsi in rifugi sicuri per i presunti autori di crimini internazionali.
La denuncia colloca le azioni di Yitzhki nel contesto più ampio della campagna israeliana a Gaza, che gli organismi delle Nazioni Unite hanno ripetutamente definito come una violazione sistematica del diritto internazionale.
A dicembre 2025:
Oltre 70.000 palestinesi sono stati uccisi, tra cui più di 20.000 bambini;
Più di 170.000 persone sono rimaste ferite;
Il 92% delle case, l'88% delle scuole, l'81% delle strade e l'80% delle infrastrutture commerciali sono stati distrutti o danneggiati;
Centinaia di civili sono morti di fame e malnutrizione, causati dal deliberato ostacolo all'accesso di cibo e aiuti umanitari.
Le agenzie delle Nazioni Unite, la Corte Internazionale di Giustizia e la Corte Penale Internazionale hanno tutte confermato la gravità di questi crimini. La CPI ha già emesso mandati di arresto contro i leader israeliani Benjamin Netanyahu e Yoav Gallant per crimini contro l'umanità.
Secondo i risultati delle indagini di HRF, Israel Yitzhki ha prestato servizio nel 432° Battaglione della Brigata Givati e ha partecipato a operazioni che hanno comportato:
Distruzione estesa di proprietà civili senza necessità militare;
Attacchi a città indifese, edifici residenziali e obiettivi civili;
Incendi dolosi e demolizioni controllate di case e rifugi;
Occupazione e distruzione di scuole utilizzate come rifugi civili;
Detenzione illegale e trattamento umiliante di civili palestinesi, inclusa la pubblicazione di immagini che mostrano detenuti bendati, ammanettati e inginocchiati.
La denuncia sostiene che questi atti costituiscono crimini di guerra ai sensi dell'articolo 8 dello Statuto di Roma, tra cui:
Distruzione di proprietà non giustificata da necessità militare;
Attacchi contro obiettivi civili;
Detenzione illegale di persone protette;
Oltraggio alla dignità personale e trattamento degradante;
E, potenzialmente, tortura e trattamento inumano.
Oltre ai singoli crimini di guerra, il ricorso afferma che le azioni di Yitzhki possono anche essere considerate crimini contro l'umanità ai sensi dell'articolo 7 dello Statuto di Roma, tra cui lo sterminio, la detenzione illegale, la tortura e altri atti disumani commessi nell'ambito di un attacco diffuso e sistematico contro la popolazione civile.
Fondamentalmente, il ricorso affronta anche il tema del genocidio. Sostiene che la distruzione sistematica delle infrastrutture civili di Gaza – case, scuole, reti idriche, strutture sanitarie – equivale a:
causare gravi danni fisici e mentali; e
infliggere deliberatamente condizioni di vita volte a provocare la distruzione fisica della popolazione palestinese, in tutto o in parte.
Queste conclusioni sono in linea con le conclusioni pubblicate nel settembre 2025 dalla Commissione Internazionale Indipendente d'Inchiesta delle Nazioni Unite, che ha stabilito che le autorità israeliane stanno commettendo un genocidio a Gaza.
Data la gravità delle accuse e il rischio che Yitzhki possa lasciare l'Italia, HRF ha chiesto alle autorità italiane di prendere in considerazione misure cautelari urgenti, tra cui:
custodia cautelare in carcere;
sequestro di passaporti e documenti di viaggio;
conservazione delle prove digitali.
Il documento richiede inoltre formalmente la notifica di eventuali decisioni dell'accusa, comprese proroghe delle indagini o potenziali archiviazioni, in conformità con la procedura penale italiana.
Questo documento fa parte della più ampia strategia di HRF per garantire che nessun paese europeo diventi un rifugio per gli autori di atrocità commesse a Gaza."
Il diritto internazionale è inutile se si ferma ai confini, ha dichiarato il Direttore Generale di HRF, Dyab Abou Jahjah.
Quando i sospettati di crimini di guerra e genocidio entrano in Europa, gli Stati devono scegliere tra impunità e giustizia. Non esiste una terza opzione", ha aggiunto.
"La Fondazione Hind Rajab continuerà a perseguire l'accertamento delle responsabilità in tutte le giurisdizioni finché i responsabili dei crimini a Gaza – autori, complici e istigatori – non saranno processati dinanzi ai tribunali competenti.
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