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RSF: esercito Israele peggior nemico dei giornalisti
di
Franca Rissi
Un nuovo rapporto di Reporter Senza Frontiere (RSF) conferma che 67 giornalisti sono stati uccisi in tutto il mondo tra il 1° dicembre 2024 e il 1° dicembre 2025, quasi la metà dei quali nella Striscia di Gaza, dove sono stati uccisi dalle forze israeliane.
L'organizzazione avverte che le violazioni della libertà di stampa nel 2025 sono aumentate drasticamente, in particolare nelle zone di guerra e sotto regimi repressivi. "I giornalisti non muoiono, vengono uccisi", ha dichiarato RSF nel suo rapporto annuale, evidenziando il crescente pericolo che corrono i professionisti dei media in tutto il mondo.
Secondo RSF, il significativo aumento delle morti tra i giornalisti quest'anno è dovuto in gran parte agli attacchi dell'esercito israeliano contro i giornalisti nella Striscia di Gaza.
Il rapporto afferma che 29 giornalisti sono stati uccisi nei territori palestinesi negli ultimi 12 mesi mentre svolgevano le loro mansioni, portando il numero totale dall'ottobre 2023 ad almeno 220, comprese le vittime uccise al di fuori dell'ambito del loro lavoro professionale.
"L'esercito israeliano è il peggior nemico dei giornalisti", ha dichiarato l'organizzazione.
Anne Bocandet, direttrice editoriale di RSF, ha affermato che molti degli omicidi sono stati il risultato di attacchi deliberati. "Non ci sono proiettili vaganti... si tratta davvero di un attacco deliberato ai giornalisti perché stanno raccontando al mondo cosa sta succedendo in queste zone", ha dichiarato all'AFP.
Le Foi e i coloni illegali hanno anche commesso 57 violazioni e aggressioni contro i giornalisti palestinesi in Cisgiordania e Gaza occupate a novembre, ha riferito sabato il Sindacato dei Giornalisti Palestinesi (PJS).
Il sindacato ha avvertito che gli incidenti riflettono una "continua e sistematica escalation volta a impedire alle troupe dei media di svolgere i loro doveri professionali", sottolineando che questi modelli rappresentano una minaccia diretta per la vita dei giornalisti.
Secondo il Comitato per la libertà di stampa del PJS, a novembre si sono verificati "modelli pericolosi che prendono di mira direttamente il lavoro giornalistico", tra cui l'uso di proiettili veri, proiettili di gomma, detenzioni arbitrarie e l'ostruzione sistematica della copertura mediatica.
Due giornalisti, uno a Tulkarem e l'altro a Gaza, sono rimasti feriti da proiettili veri e proiettili di gomma israeliani mentre seguivano gli eventi sul campo. Il rapporto ha evidenziato che i coloni israeliani illegali sono stati responsabili di 22 degli attacchi più violenti del mese. Tra questi, l'impedimento ai giornalisti di accedere alle scene, l'inseguimento delle troupe stampa, il percuotimento con bastoni, il lancio di pietre e la minaccia con le armi.
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