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08 dicembre 2025
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Il crimine quotidiano
di avv. Fausto Gianelli

Nel giudizio sui quotidiani italiani un fatto spesso omesso è che vari di questi, oltre all'ovvia funzione di divulgazione della propaganda padronale, hanno avuto (e hanno), come direttori e giornalisti, uomini al servizio di agenzie di sicurezza estere (tranquilli, non il Kgb ma Cia e Mossad, per essere precisi).

Siccome è cosa che non sta bene dire, spesso bisogna aspettare la loro diretta autobiografia, come quando Giuliano Ferrara, fondatore de Il Foglio, raccontò orgoglioso di essere stato "un informatore prezzolato per conto della CIA" (le sue parole testuali).

Aggiungo che da tempo vari giornali italiani sono impegnati in una quotidiana campagna di diffamazione contro Francesca Albanese, colpevole di aver documentato, in maniera chiara e incontestabile, dall'alto del suo ruolo come relatrice speciale delle Nazioni Unite, i crimini di guerra e contro l'umanità commessi quotidianamente da Israele in Palestina.

Il Giornale ha lanciato questa settimana con grande evidenza in prima pagina (e seguito in tutti i giorni successivi) lo scoop "Hamas connection" sul fatto che Albanese avrebbe partecipato nel 2022 a un convegno di Hamas incitando questa organizzazione alla resistenza. Si tratta, ovviamente, di una clamorosa bufala.

Ho inviato quindi per la mia cliente una richiesta di rettifica come previsto dall'art 8 Legge sulla stampa (L. 47/1948), approvata nel dopoguerra, quando si volle dar vita a una stampa libera, indipendente e rispettosa della verità dei fatti. La rettifica però non è stata pubblicata (quando il tuo modello è Israele, il rispetto della legge e del diritto, nazionale e internazionale che sia, è un optional).

Oggi vedo il quotidiano gemello (i rispettivi direttori sono appena stati reciprocamente interscambiati). Il Tempo dedicare alla stessa notizia non solo l'editoriale dell'ineffabile direttore Capezzone, che strepita sulla necessità di dimissioni dell'Albanese a fronte di queste notizie, ma pure le prime tre pagine, con un articolo di Giulia Sorrentino.

Entrambi dimenticano i fatti: Albanese, come gli altri relatori internazionali, parlò a un convegno non organizzato da Hamas, in videocollegamento e senza avere ovviamente conoscenza delle persone e controllo delle presenze in sala e non incitò assolutamente i dirigenti di Hamas, che Albanese non ha mai incontrato una sola volta in vita sua.

In quell'occasione semplicemente ricordò come la resistenza di un popolo soggetto a occupazione militare costituisca un diritto fondamentale, riconosciuto dall'ordinamento internazionale. Per questa ragione quando all'epoca, nel 2022, la vicenda venne denuncita alle Nazioni Unite la segnalazione venne prontamente archiviata dall'ONU.

PS: nelle immagini potete vedere un fotomontaggio con Albanese che sorregge le foto di varie leader di Hamas, nell'altra invece l'autrice dell'articolo del Tempo, Giulia Sorrentino, immortalata (questo non è un fotomontaggio) al fianco del sorridente Adi Karni, criminale di guerra israeliano in trasferta nel nostro Paese durante una pausa dalle sue gesta nell'IDF, che ama immortalare, anche con video sui social, ritraendosi mentre fa saltare in aria moschee e edifici e indossa allegramente la biancheria intima delle donne uccise.

Chiediamo le dimissioni o il licenziamento della Sorrentino? Assolutamente no: rappresenta benissimo il livello e la credibilità di un certo giornalismo nazionale.

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