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Grazia a Netanyahu: Herzog dice no a Trump
di
Mauro W. Giannini
Sabato, il presidente israeliano ha respinto la richiesta di grazia avanzata dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump per il primo ministro Benjamin Netanyahu nel processo per corruzione.
Parlando a Politico, Isaac Herzog ha confermato che il suo ufficio ha ricevuto una richiesta di grazia da Netanyahu e che è in fase di valutazione attraverso "un processo che coinvolge il Ministero della Giustizia, il mio consulente legale e così via".
"Si tratta certamente di una richiesta straordinaria e, soprattutto, quando la esaminerò, considererò quale sia il miglior interesse del popolo israeliano", ha aggiunto.
Rifiutando le pressioni di Trump, Herzog ha affermato di apprezzare l'amicizia e le opinioni del presidente degli Stati Uniti, ma ha sottolineato che le istituzioni israeliane operano in modo indipendente.
"Israele, naturalmente, è un paese sovrano e rispettiamo pienamente il sistema legale israeliano e i suoi requisiti", ha affermato.
Alla domanda su cosa accadrebbe se rifiutasse la grazia, Herzog ha affermato che i rapporti di Israele con gli Stati Uniti e con Trump rimangono "caldi", aggiungendo che la questione dovrebbe essere considerata nel giusto contesto e mettendo in guardia contro "analisi apocalittiche".
Riguardo alle elezioni israeliane previste per il prossimo anno, Herzog ha affermato che la questione chiave sarà "come gli israeliani vedono il futuro delle relazioni con i palestinesi".
Mercoledì i procuratori israeliani hanno ripreso a interrogare Netanyahu in tribunale per le accuse di corruzione a suo carico.
Questa è stata la seconda udienza da quando Netanyahu ha presentato domenica a Herzog una richiesta di grazia nel processo per corruzione, una mossa che ha scatenato divisioni tra sostenitori e oppositori.
Dall'inizio del processo, Netanyahu si è rifiutato di ammettere la colpevolezza, mentre la legge israeliana consente al presidente di concedere la grazia solo dopo che l'imputato ha riconosciuto la propria colpevolezza.
Netanyahu deve anche affrontare accuse di crimini di guerra e crimini contro l'umanità, con la Corte penale internazionale che ha emesso mandati di arresto nei suoi confronti e per l'ex ministro della Difesa Yoav Gallant nel novembre 2024 per le atrocità a Gaza, dove oltre 70.000 persone, per lo più donne e bambini, sono state uccise dall'ottobre 2023.
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