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Torture, amputazioni e legature sui corpi dei palestinesi morti
di
Leandro Leggeri
Nel nuovo reportage di Middle East Eye, il ritorno dei corpi trattenuti da Israele non porta sollievo alle famiglie di Gaza ma un dolore ancora più profondo. I resti – congelati, numerati, spesso irriconoscibili – mostrano mutilazioni, dita amputate, incisioni verticali cucite, arti legati e segni compatibili con torture ed esecuzioni extragiudiziali.
Molti parenti riescono a identificare i propri cari solo da un dettaglio minimo: un dente, una ciocca di capelli, un pezzo di stoffa. Il fratello di Ahmed Ramadan racconta di aver riconosciuto il volto “solo al 70%”, trovando poi il corpo bruciato, trapassato da proiettili, con un dito amputato e una lunga sutura che nessun intervento precedente poteva giustificare.
I medici legali di Gaza spiegano che non hanno gli strumenti per eseguire autopsie complete: mancano TAC 4D, DNA testing, persino attrezzature di base. Le autorità israeliane non consegnano referti, nomi, cause di morte, né informazioni raccolte durante la detenzione. Le famiglie sono costrette a identificare i cadaveri da fotografie esposte su uno schermo, con poche ore di tempo.
Su 345 corpi restituiti, solo 99 sono stati identificati. Gli altri finiscono in fosse comuni senza nome.
Molti dei corpi presentano polsi e caviglie legati, occhi bendati, fratture multiple, cranî sfondati. Alcune famiglie riferiscono segni sul collo compatibili con impiccagione. Altri cadaveri arrivano completamente nudi, con abrasioni e lividi tipici di detenzione prolungata e abusi.
Forensic Gaza conferma inoltre che Israele amputa sistematicamente pollici, falangi o alluci per presunti prelievi di DNA, pratica che ostacola ulteriormente l’identificazione e alimenta sospetti sul trattamento post-mortem dei detenuti.
In assenza di piena trasparenza, per i palestinesi il ritorno dei corpi non è la fine dell’incertezza, ma l’inizio di un nuovo incubo: capire non solo quando siano morti i propri cari, ma come – e cosa sia accaduto tra la scomparsa e la consegna del cadavere.
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