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07 dicembre 2025
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Non si ferma il vento con le mani
di Rossella Ahmad

La segnalazione da me fatta al social riguardo ad un commento che invitava "Bibi" a completare il lavoro a Gaza ed a farlo senza pietà non è andata a buon fine. Nel senso che il commento è rimasto lì dov'era e Meta mi ha notificato che inneggiare ad un genocidio non viola le regole della community.

Per contro, qualche giorno fa, lo stesso social mi ha avvertito che il mio account è sottoposto a restrizioni e limitazioni per una foto da me postata un anno fa, che è stata cancellata, così dicono, per "incitamento alla violenza".

E di che foto si trattava? Di un'immagine estremamente veritiera, e contenuta nella sua denuncia. Fondo bianco, con una semplice scritta nei colori della bandiera palestinese: 15.000 Children Killed. Tale era il numero di bambini trucidati al luglio 2024. Neanche scritta da me, tra l'altro. Si trattava in realtà di un cartellone esposto dagli studenti dell'università occupata di Utrecht, in fermento per il genocidio in corso.

Ecco qui il livello di democrazia e di libertà di espressione a cui siamo avvezzi. Lo specchio del mondo in cui viviamo, della realtà capovolta in cui ci tocca vegetare. Ed a testa in giù ci siamo noi.

Persino l'ultima fetenzia made in Italy per soffocare il grido degli oppresso in Palestina e consentire lo svolgimento di un genocidio in piena tranquillità impedendo che una sola voce si alzi per denunciarne l'orrore, appare ridondante, e si rivela per ciò che è: l'estremo tentativo di una manciata di ominicchi di reiterare il proprio livello di sudditanza ed asservimento : la censura è qui, e funziona a pieno regime già da tempo.

Tutto è rappresentazione, è finzione, è la sempiterna arte della mistificazione, che permette ad un Fassino di congratularsi con il progetto coloniale consumato sulla pelle dei palestinesi e che consente la messa alla berlina di chi quel progetto coloniale denuncia in tutte le sue strutture di potere, di connivenza e correità. Che permette ad una stampa reame dell'infingimento di ergersi a vittima ogniqualvolta gli si chieda conto della sua falsità strutturale e dell'entità davvero notevole di mancate verità e costruzioni opportunistiche degli eventi.

Cosa fare, come sopravvivere a tutto ciò senza collassare sotto il peso di un'ingiustizia cosmica, insopportabile? L'ho scritto ad un'amica, ieri sera, mentre discorrevamo delle ipocrisie della sinistra e di storie affini.

Non si ferma il vento con le mani, mi ha risposto.

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