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USA: Israele spinge disegno di legge contro i Fratelli Musulmani
di
Leandro Leggeri
Il Foreign Affairs Committee della Camera USA ha approvato un disegno di legge che punta a designare come «organizzazioni terroristiche» tutti i gruppi affiliati alla Fratellanza Musulmana, un provvedimento molto più esteso dell’ordine esecutivo firmato da Trump il mese scorso.
L’iniziativa, sostenuta da tutti i repubblicani e da sei democratici, riflette la crescente pressione dell’asse pro-Israele e della galassia MAGA per un giro di vite globale contro l’organizzazione.
A guidare la spinta è Brian Mast, deputato repubblicano, ferito in Afghanistan e volontario nell’esercito israeliano, che spesso si presenta in Congresso con la divisa della IDF. La sua Commissione descrive il progetto come un’estensione necessaria della “lotta al terrorismo”, mentre settori trumpiani – come l’attivista Laura Loomer – hanno criticato Trump per non aver incluso abbastanza paesi nel suo ordine esecutivo.
La nuova proposta di legge potrebbe però generare un terremoto diplomatico. Stati come Turchia e Qatar, dove esistono movimenti o partiti vicini alla Fratellanza e che restano partner strategici di Washington, verrebbero direttamente coinvolti.
Lo sottolinea anche il democratico Gregory Meeks, che ha votato contro avvertendo che la misura “complicherebbe enormemente l’impegno degli Stati Uniti nella regione” e rischierebbe di sabotare i rapporti con Paesi chiave, inclusi quelli dove i partiti di ispirazione islamista operano legalmente e senza violenza.
Per la Fratellanza, il provvedimento è “scollegato dalla realtà”, privo di basi giuridiche e destinato a legittimare repressioni e punizioni collettive. Esperti di sicurezza americani ricordano che l’organizzazione non rappresenta una minaccia agli Stati Uniti, mentre la vera pressione arriva da Israele e dai suoi sostenitori a Washington.
Il nuovo contesto, però, è diverso da quello della prima amministrazione Trump: non è più il conflitto interno al Golfo a guidare la campagna anti-Fratellanza, ma una convergenza tra governo israeliano e destra trumpiana che vede nei movimenti islamisti un ostacolo politico-ideologico dentro e fuori la regione.
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