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Attacco preventivo alla Russia: da Cavoli a Cavo Dragone
di
Giacomo Gabellini
Mentre le delegazioni statunitense e russa si incontravano a Mosca nell’ambito dei negoziati per porre fine alla guerra in Ucraina, le forze armate russe hanno annunciato la conquista dei capisaldi di Pokrovsk e Volčansk. Gli ucraini, invece, hanno preso di mira con droni sia aerei che marini alcune petroliere russe nelle acque del Mar Nero e perfino in prossimità delle coste del Senegal.
Putin ha reagito in maniera molto sbrigativa, specificando che queste azioni incoraggiano la Russia a privare l’Ucraina dello sbocco al mare. Sul «Telegraph», parallelamente, l’ex Capo di Stato Maggiore delle forze armate ucraine e attuale ambasciatore in Gran Bretagna Valerij Zalužny ha identificato come necessarie garanzie di sicurezza per l’Ucraina «l’adesione del Paese alla Nato, il dispiegamento di armi nucleari sul territorio ucraino o il posizionamento di un grande contingente militare in grado di resistere alla Russia».
Dall’Unione Europea e dalla Nato, sullo sfondo, si levano voci particolarmente minacciose. Alle recenti uscite del Capo di Stato Maggiore delle forze armate francesi, generale Fabien Mandon, hanno fatto seguito le dichiarazioni rese dall’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, presidente del comando militare della Nato, al «Financial Times». Stando alle sue affermazioni, l’Alleanza Atlantica sta valutando l’adozione di una postura «più aggressiva nel rispondere agli attacchi informatici, ai sabotaggi e alle violazioni dello spazio aereo della Russia».
La portavoce del Ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha dichiarato in una nota che le esternazioni formulate da Cavo Dragone al «Financial Times» rappresentano «un passo estremamente irresponsabile, che dimostra la volontà dell’Alleanza Atlantica di aggravare ulteriormente la situazione. Queste dichiarazioni dovrebbero essere considerate come un tentativo deliberato di indebolire gli sforzi in corso volti a risolvere la crisi ucraina.
Chi si lascia andare a una retorica del genere deve comprendere chiaramente i rischi e le potenziali conseguenze che ne deriverebbero, anche per gli stessi Stati membri dell’Alleanza Atlantica».
La Nato, ha aggiunto la Zakharova, «ha smesso da tempo di nascondere i suoi veri obiettivi e intenzioni […]. Sullo sfondo della crescente isteria anti-russa della Nato e del persistente allarmismo su un “imminente attacco” della Russia ai suoi stati membri, le dichiarazioni di Cavo Dragone non solo alimentano le tensioni, ma aggravano seriamente il confronto in essere».
 
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