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04 dicembre 2025
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UE condivide sanzioni alla Russia ma non i rischi legali
di Francesco Dall'Aglio

Adesso anche il Belgio è diventato un asset russo, anzi, "il più valido asset russo", perché incredibilmente si rifiuta, essendo la maggior parte dei fondi russi bloccata lì, di affrontare da solo la valanga di ricorsi che la Russia gli farà piombare addosso in caso il "prestito di riparazione", ovvero la confisca dei fondi russi e il loro impiego a favore dell'Ucraina, che li restituirebbe solo in caso la Russia pagasse le riparazioni (che di norma paga chi perde, concetto che forse sfugge), dovesse alla fine essere approvato da Bruxelles - ovviamente non la Bruxelles belga ma quella europea, che sono due cose ben diverse - e approvato, attenzione, semplicemente a maggioranza qualificata, secondo le ultime deliberazioni della Commissione.

Nota bene: prima di rifiutare il Belgio aveva chiesto che il rischio legale e l'eventuale rimborso fossero condivisi dagli altri paesi dell'Unione, ma la proposta è stata accolta non solo con ostilità ma in certi casi addirittura con stupore, e alla fine solo la Germania si è detta d'accordo - la famosa solidarietà europea che, come ci viene ripetuto quotidianamente, non è mai stata così forte.

Nota bene, inoltre, che anche la banca Centrale Europea, evidentemente un altro asset di Putin, si è rifiutata di garantire la liquidità di emergenza in caso i fondi usati come collaterale dovessero tornare alla Russia, ad esempio in caso di revoca delle sanzioni, perché violerebbe il suo mandato di non finanziare direttamente governi o spesa pubblica e perché una simile decisione politicizzerebbe la banca, minando la fiducia internazionale nell'Euro.

La Commissione però procede imperterrita, navigando tra le raffiche di asset russi che tentano di affondarla: questa ormai non è più una posizione politica, non è più una preoccupazione strategica, non è più sostegno all'Ucraina, opposizione al tiranno, difesa dei "valori europei", questa è una follia maccartista o meglio ancora giacobina (perfettamente esemplificata a casa nostra dalle liste di proscrizione che i vari Calenda e Picierno pubblicano ogni giorno su twitter), e si sa il giacobinismo come va a finire, con Robespierre che, dopo aver ghigliottinato l'intera Francia, taglia la testa al boia.


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