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Repressione
di
Roberto Preve
Ai vecchi tempi del Manzoni, finita una rivolta di popolo, si impiccavano dieci o dodici sobillatori.
Dopo le manifestazioni per la Palestina che hanno sorpreso il paese per la partecipazione massiccia, per la capacità di paralizzare ogni cosa in barba ai decreti di Salvini e infine che hanno dimostrato che anni di propaganda vittimista dei sostenitori di Israele non avevano sortito alcun effetto, si procede a una normalizzazione che avviene solo nelle teste di coloro che la conducono.
Oramai il diavoletto è uscito dalla bottiglia. L'attacco esagitato e vergognoso alla Signora Albanese, l'enfatizzazione della occupazione della sala del quotidiano la Stampa, così come l'espulsione di un Imam su cui non pendeva alcun accusa della magistratura, sono un esempio di REPRESSIONE.
Pertanto se è sempre valido il consiglio di non cadere nelle provocazioni o negli atti estremistici, rimane valido anche quello di sapere che queste campagne sono destinate a scatenarsi anche senza pretesti e sono un ottima occasione per capire chi era sincero e chi no, nella solidarietà al popolo palestinese.
Delle critiche che vengono dai sostenitori di Israele, francamente, non ci importa nulla .
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