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Droni marini
di
Francesco Dall'Aglio
Sviluppo interessante sulla questione dei mercantili russi, o affiliati, colpiti da droni ucraini.
Heorhii Tykhyi, il portavoce del ministero degli esteri ucraino, ha twittato (già ieri, in verità) che l'Ucraina non ha niente a che fare con l'ultimo attacco della lista, quello alla Midvolga 2, e che l'intera vicenda è una false flag russa.
Tutto è possibile, per carità, ma è forse più probabile che da Ankara sia partita una telefonata non proprio amichevole, visto che l'attacco è avvenuto dopo gli avvertimenti sia del ministero degli esteri turco che di Erdoğan in persona.
E sempre a proposito di droni navali ucraini, oggi il ministero degli esteri romeno ha dichiarato di aver fatto detonare un "Sea Baby" alla deriva a 36 miglia marine dalla città di Constanța, pur senza specificare la nazionalità del drone.
Anche in questo caso l'Ucraina ha negato ogni coinvolgimento, affermando che nessun "Sea Baby" è andato perduto. Il Mar nero è un mare molto piccolo e tra droni, mine e gente parecchio nervosa la situazione non promette bene.
Uno dice, ma che ci importa dei droni marini, vogliamo sapere dei colloqui di pace a Mosca. Mi pare non ci sia nulla da dire.
La proposta statunitense alla quale l'Ucraina ha allegato le sue proposte di modifiche è stata sottoposta all'attenzione della Russia che ha allegato le sue proposte di modifiche; ora il testo torna negli USA e poi riprenderà il giro in attesa di altre modifiche e così via, speriamo non all'infinito.
 
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