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03 dicembre 2025
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Tajani aspetta Godot
di Rossella Ahmad

Gli attivisti internazionali in Cisgiordania sono parte di un movimento di solidarietà che da decenni si occupa di fare ciò che toccherebbe agli stati e cioè fornire protezione ai civili palestinesi in un territorio illegalmente occupato da quasi sessant'anni.

Scudi umani, che si frappongono tra la popolazione civile e il duplice assalto da parte dell'esercito occupante e dei coloni israeliani, scortano le scolaresche prese di mira dai lanci di sassi delle orde coloniche ed aiutano i contadini palestinesi a raggiungere i loro oliveti , vandalizzati e devastati dai teppisti in kippa.

Rachel Corrie e Tom Hurndall vi hanno lasciato la vita, la prima mentre cercava di opporsi alla demolizione di una casa palestinese, il secondo mentre faceva da scudo ad un gruppo di scolari presi di mira dagli spari di un cecchino. La lista di vittime tuttavia è molto lunga, ed include Vittorio Arrigoni, James Miller, Aysenur Ezgi Eygi, Iain Hook, con un incremento significativo a partire dall'ottobre 2023. Nessuna di queste uccisioni ha avuto giustizia.

Non racconterò nel dettaglio le menzogne, sempre uguali, dell'IDF, utilizzate per giustificare ciascuna di quelle esecuzioni secondo il ben noto copione della negazione iniziale, del fuoco incrociato poi, e del ricorso finale all' "errore" per giustificare l'uccisione di individui disarmati ed in situazioni di pericolo non imminente. Spesso colpiti ad una distanza di pochi metri.

Rileggere, come ho fatto questa sera, le circostanze del loro assassinio e la pavidità dei governi incapaci di esigere giustizia per i loro cittadini, anzi non interessati, toccare con mano per l'ennesima volta l'abuso e la prepotenza degli stati detentori del "diritto di veto", privilegio immotivato ed immeritato mediante il quale imporre il proprio pugno di ferro ad una comunità internazionale senza midollo spinale, mi provoca una sensazione simile alla mancanza di ossigeno.

I volontari italiani picchiati ieri dai coloni israeliani se la sono cavata tutto sommato bene, con ferite fortunatamente non gravi. Grande è la loro temerarietà nello sfidare un' accolita di assassini impuniti avendo alle spalle gente come Tajani, Salvini, Meloni. Qualunque cosa fosse accaduta, il loro sangue sarebbe stato a buon mercato quasi quanto quello dei palestinesi.

Il capo della nostra diplomazia, Antonio nel paese delle Meraviglie, si è limitato a balbettare qualche frasetta di circostanza - malmenati, sì, ma fino ad un certo punto - e si è prontamente eclissato, già pentito per aver osato tanto: chiedere ad Israele di "fermarsi'. Addirittura. Ed io ce lo vedo Israele che accoglie la richiesta di Tajani, guarda. E che si ferma, e ferma anche gli squadristi che rubano terra, acqua e risorse ai legittimi proprietari, convinto dal rimbrotto sulle "violenze che non servono alla realizzazione del piano di pace per il quale tutti quanti stiamo lavorando".

Macché Paese delle Meraviglie. Nel teatro dell'assurdo di Eugène Ionesco e Samuel Beckett, ci troviamo, in cui ogni cosa è destrutturata, trama, personaggi, linguaggio, in un effetto che oscilla continuamente tra il comico ed il tragico. Vladimiro ed Estragone, che si intrattengono in una varietà di discussioni mentre attendono il signor Godot, che non arriva mai.

Cortigiani della più infima specie, riescono ad essere forti solo coi deboli. Nei confronti di questi ultimi sanno essere spietati, mentre al cospetto dei potenti tremano, come tutti i miserabili.

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