Chi denuncia il genocidio considerato peggio di chi lo commette
di Rosa Rinaldi

Basta, basta, veramente non se ne può più con questa character assassination contro Francesca Albanese. È un fenomeno, tra l'altro, tutto italiano.

È stata attaccata fin dall'inizio, da quando si è esposta pubblicamente denunciando il genocidio. E, come se non bastassero le sanzioni degli Stati Uniti, anche a casa nostra si agisce in questo senso.

Bacheche di accademici (che non hanno mai scritto una parola contro Israele) ospitano minacce e insulti di ogni tipo contro Albanese (da come si veste alla sua pronuncia in inglese), giornalisti che la insultano chiamandola "pazza isterica", altri, come Parenzo, che parlano di "istigazione all'odio" (proprio lui che per difendere Israele spara balle del tipo che Israele non ucciderebbe civili...).

E tutto questo mentre i coloni aggrediscono anche i nostri connazionali, mentre Ben-Gvir premia il Capo della polizia di frontiera che ha giustiziato a sangue freddo due palestinesi, e mentre nel nostro Paese si viene espulsi per reati d'opinione.

Veramente, non se ne più.

Non c'è stata in Italia mezza recriminazione contro i Ministri che ritengono che il diritto internazionale "valga fino a un certo punto" (Tajani), contro i politici che ricevono esponenti delle lobby israeliane di destra (Picierno ) o che volano in Israele per stringere le mani di criminali (Salvini).

E, sempre a proposito d'istigazione all'odio razziale, nei nostri talk show non c'è stato mezzo sussulto quando esponenti della comunità ebraica di Roma sono arrivati perfino a malmenare dei ragazzini nella loro scuola.

Così come nessuno denuncia il clima d'odio quando ad essere deturpati sono i murales dedicati alla giornalista Shiren Abu Akleh o la targa dedicata al Rettore dell'Università di Gaza Sufyan Tayen.

Entrambi uccisi in attentati mirati da Israele e la cui memoria viene stuprata ogni giorno.

In Italia chi denuncia il genocidio è considerato peggiore di chi lo commette. Questa è la verità.

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