Siria: Israele vuole zona smilitarizzata da Damasco al confine
di Leandro Leggeri

Mentre il sud della Siria vive uno dei momenti più instabili dalla caduta del governo siriano, Benjamin Netanyahu ha dichiarato che Israele “si aspetta da Damasco la creazione di una zona completamente priva di armi, da Damasco fino all’area cuscinetto, in particolare sul Monte Hermon”.

Secondo le sue stesse parole, l’obiettivo sarebbe garantire che il sud-ovest della Siria resti “senza armi” e che Israele possa “proteggere i suoi alleati drusi”.

Dietro il linguaggio della sicurezza, però, c’è un messaggio molto chiaro: Israele vuole consolidare la propria presenza militare nel sud della Siria e impedire qualunque capacità difensiva siriana lungo il confine.

Le dichiarazioni coincidono con l’espansione dell’occupazione israeliana nella “zona cuscinetto” siriana, in vigore dall’anno scorso, e con i recenti raid che hanno colpito civili a Beit Jinn, Daraa e Quneitra.

Secondo numerosi osservatori, la “demilitarizzazione” invocata da Israele equivarrebbe, in sostanza, a una rinuncia di sovranità imposta alla Siria.

Nel discorso sulla “protezione delle minoranze” si intravede il tentativo di legittimare una presenza armata permanente oltre il confine. E il fatto che Washington non abbia preso le distanze dalle parole di Netanyahu alimenta l’idea che gli Stati Uniti stiano concedendo un tacito via libera all’espansione israeliana nel sud della Siria.

In questo quadro, la Siria denuncia un piano volto a ridefinire gli equilibri nel Levante approfittando della sua fragilità interna, mentre il Libano e Hezbollah vedono nella richiesta israeliana un tentativo di avvicinarsi strategicamente al loro fianco orientale.

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