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Educazione affettiva: ministri ignorano parere di esperti
di Aranka Korosi
Ma che male abbiamo fatto per meritarci due ministri così ottusi, disinformati e pure convinti di avere ragione?
In un Paese normale, quando esistono fior di studi internazionali, ci si affida alle evidenze.
In Italia, invece, arrivano Roccella e Valditara a spiegarci che l’educazione affettiva e sessuale “non porta benefici”.
D’altra parte, per accorgersene bisognerebbe almeno leggere. O capire. O entrambe le cose.
Intanto UNESCO, UNICEF e WHO ripetono da anni che:
– insegnare ai bambini quali parti del corpo sono private riduce il rischio di abusi;
– spiegare il rispetto, i confini e l’affetto rafforza l’autostima e la capacità di chiedere aiuto;
– parlare di emozioni e relazioni crea adulti più consapevoli, meno manipolabili, meno vulnerabili;
– i programmi di body-safety nella prima infanzia funzionano e sono tra le forme di prevenzione più efficaci.
Tutti gli studi dicono la stessa cosa: 𝙡’𝙚𝙙𝙪𝙘𝙖𝙯𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙖𝙛𝙛𝙚𝙩𝙩𝙞𝙫𝙖 𝙥𝙧𝙤𝙩𝙚𝙜𝙜𝙚 𝙞 𝙗𝙖𝙢𝙗𝙞𝙣𝙞.
Ma serve volerlo sapere.
E qui casca l’asino. O meglio: i due asini.
Perché è più comodo raccontare che “non serve”, piuttosto che ammettere di non avere la minima idea di cosa parlano gli esperti.
È più facile gridare all’ideologia che studiare i dati.
È più conveniente negare le evidenze che affrontare un tema scomodo.
Nel frattempo, però, i bambini restano senza strumenti, senza parole, senza difese.
Perché due ministri incapaci preferiscono la propaganda alla tutela.
L’educazione affettiva non è un pericolo.
Il vero pericolo è lasciarla nelle mani di chi la ignora...
 
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