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Giornalista stuprato da Israele con un cane
trad. di Rosa Rinaldi
Da Majd Asadi:
"Stupro di un giornalista palestinese mediante un cane addestrato nel campo di Sde Teiman.
Il Centro per la Protezione dei Giornalisti Palestinesi ha riferito che un giornalista palestinese arrestato dalle forze d’occupazione è stato sottoposto a stupro e tortura sessuale all’interno di una delle strutture di detenzione, mediante un cane addestrato. Secondo il rapporto, ha sviluppato un grave shock psicologico che ha causato perdita di stabilità mentale per oltre due mesi, uno dei crimini più gravi e documentati commessi contro giornalisti nelle carceri dell’occupazione.
Il Centro ha chiarito nella sua dichiarazione che il crimine è avvenuto all’interno della base di Sde Teiman, dopo che il giornalista era stato trascinato con la forza insieme ad altri sette detenuti in una zona isolata del campo, dove sono stati sottoposti a aggressioni sessuali di gruppo alla presenza di soldati, alcuni dei quali hanno documentato l’attacco e deriso le vittime mentre erano ammanettate, bendate e prive di qualunque protezione legale o umanitaria.
Secondo la testimonianza del giornalista, l’aggressione è durata circa tre minuti, dopodiché ha subito un grave crollo psichico-nervoso che gli ha causato perdita di concentrazione e incapacità di agire normalmente per oltre due mesi. Il giornalista, che ha trascorso 20 mesi nelle carceri dell’occupazione — tra cui tre mesi a “Sde Teiman” e un mese a Ofer — ha sottolineato che non si tratta di un caso isolato, bensì di una politica di torture sistematiche volte a spezzare lo spirito dei detenuti e umiliarli fisicamente e psicologicamente. Ha indicato che l’occupazione utilizza i cani come strumento diretto di tortura, in totale violazione delle convenzioni internazionali che vietano la tortura e il trattamento crudele e degradante.
Ha aggiunto di essere stato sottoposto a interrogatori brutali, durante i quali era ammanettato, bendato e trasferito su camion militari in varie strutture di detenzione, principalmente Sde Teiman, dove ha trascorso circa 100 giorni in condizioni disumane che includevano tortura fisica e psicologica, privazione del sonno, fame, insulti religiosi, negazione di cure mediche e violenza elettrica.
Il giornalista ha sottolineato che l’aggressione sessuale è stata una delle più gravi che abbia subito in detenzione e che i reati venivano commessi in aree isolate e alla presenza di soldati e ufficiali.
Secondo le sue parole, l’occupazione ha intensificato la tortura nei suoi confronti quando si è scoperto che era un giornalista. È stato aggredito dopo aver rivelato la sua professione, accusato di diffondere “informazioni fuorvianti” e minacciato di ergastolo per la sua attività mediatica.
Nella sua testimonianza ha descritto dure condizioni di detenzione, che includono sovraffollamento estremo, mancanza di igiene, diffusione di malattie, grave carenza di cibo e acqua, divieto di pregare, gravi violazioni della dignità umana e testimonianza di casi di morte tra i detenuti all’interno della struttura, tra cui accademici e medici, in circostanze misteriose.
Ha aggiunto: «Siamo entrati in queste strutture da vivi e ne siamo usciti con corpi esausti e anime distrutte. Chi non è morto lì dentro, ne è uscito spezzato per sempre».
L’esercito d’occupazione ha arrestato il giornalista durante il raid nel complesso dell’ospedale Shifa a Gaza il 18 marzo 2024, mentre stava svolgendo il suo lavoro giornalistico, indossando un giubbotto da stampa e portando una telecamera.
Il Centro ha sottolineato che l’uso di cani per aggressioni sessuali è una delle forme più gravi di tortura vietate dal diritto internazionale, volte a umiliare e spezzare completamente le vittime.
Il Centro ha chiesto di includere il crimine nei fascicoli dell’accusa presso la Corte Penale Internazionale, di aprire un’indagine internazionale urgente e indipendente, di perseguire penalmente i responsabili nell’ambito della giurisdizione universale e di garantire assistenza medica e psicologica immediata alle vittime e protezione completa ai testimoni.
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