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Libertà di parola per La Stampa e non per Shahin e Albanese
di Roberto Preve
L'ennesimo odioso attacco alla signora Albanese a cui non si può perdonare la fermezza di un'eroina dell'impero romano nel denunciare l'eccidio di Gaza, ci riporta alla realtà.
Qui non é in gioco la redazione di un giornale o un atto di teppismo contro un quotidiano.
Qui è la battaglia da sempre in corso per l'essere o il non essere e per ristabilire la civiltà e il diritto contro le forze oscure che vogliono ripristinare nel nostro continente guerra e fine della Democrazia.
Sarà evidente a tutti che non si attacca l'iniziativa di un gruppo di estremisti che buttano all'aria dei pezzi di carta. Qui si attacca la libertà di parola - caso della signora Albanese - e si cerca una vendetta sanguinaria contro il movimento per la Palestina.
Addirittura si concepisce di deportare un signore ormai de facto cittadino italiano in un paese in cui rischia morte e tortura.
Pertanto andremo avanti nella nostra lotta senza preoccuparci troppo di quello che dicono i nostri nemici. Fino a quando saranno loro a essere messi a terra.
Questa volta ci vorrà meno fatica che nel secolo scorso ma, dura o breve che sia la strada, andremo avanti lo stesso.
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