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01 dicembre 2025
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GB: comitato della Difesa controlla e censura i media
di Gabriella Mira Marq

Documenti appena pubblicati hanno gettato una luce senza precedenti sul funzionamento interno del Comitato consultivo per i media sulla difesa e la sicurezza (DSMA) del Regno Unito, rivelando come l'organismo modelli, influenzi e talvolta sopprima l'informazione su questioni di sicurezza nazionale, e stia ora cercando di ampliare la propria portata sulle piattaforme dei social media.

Una serie di file interni del DSMA pubblicati dal sito investigativo The Grayzone illustra come il comitato, che comprende alti funzionari dell'esercito, dei servizi segreti e delle principali organizzazioni giornalistiche, orienti regolarmente i media britannici su questioni delicate. Tra queste, operazioni di intelligence, schieramenti di forze speciali e indagini penali di alto profilo.

Sebbene la partecipazione al sistema DSMA sia ufficialmente volontaria, i documenti mostrano che il comitato vanta un "tasso di successo superiore al 90%" nello scoraggiare la pubblicazione di determinate informazioni. Rivelano anche casi in cui testate indipendenti o non mainstream sono state etichettate come "estremiste" per aver pubblicato articoli considerati "imbarazzanti" o non sufficientemente rispettosi delle linee guida del DSMA.

I registri che coprono il periodo dal 2011 al 2014 elencano decine di richieste di consulenza da parte della redazione su argomenti come la morte del dipendente del GCHQ Gareth Williams, la cooperazione del Regno Unito con agenzie di intelligence straniere e presunti abusi sessuali su minori da parte di funzionari pubblici.

I documenti non indicano se i giornalisti si siano rivolti al comitato in modo proattivo o se i funzionari del DSMA siano intervenuti prima della pubblicazione. Secondo The Grayzone, il volume delle richieste indica una notevole influenza editoriale, in particolare nei resoconti relativi ai programmi di rendition e alle attività delle forze speciali britanniche in Libia e Siria.

I documenti descrivono inoltre il coinvolgimento del DSMA nella gestione della copertura di questioni di lunga data e altamente delicate, tra cui il massacro di Dunblane, l'Operazione Ore e la morte della principessa Diana. In alcuni casi, i giornalisti avrebbero presentato delle scuse per aver pubblicato materiale ritenuto problematico dal comitato.

Poiché le piattaforme digitali hanno eroso la tradizionale influenza della DSMA sulla stampa, il comitato ha cercato di ampliare il proprio mandato. Le revisioni interne avvertono che i social media ne compromettono la capacità di contenere informazioni sensibili, e i verbali delle riunioni mostrano discussioni sul coinvolgimento di importanti aziende tecnologiche negli sforzi per limitare la diffusione di informazioni riservate su piattaforme come Meta e X.

Sebbene queste aziende abbiano finora resistito a una cooperazione formale, la DSMA ha espresso la speranza che una futura regolamentazione possa obbligarle a partecipare.


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