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"Tutto si riduce al denaro"
di Gabriele Germani
Se diamo per buona l'idea che il capitalismo sia comparso gradualmente in Europa a partire dal Basso Medioevo (ipotesi non scontata) finiamo con legare la crescita di questo sistema produttivo al colonialismo.
L'accumulazione di ricchezza fu resa possibile dallo sfruttamento degli altri popoli, della maggioranza della popolazione locale e infine dell'ambiente.
Agli occhi degli asiatici, gli europei erano dei cacciatori divisi in bande semi-tribali.
Non solo lo Stato-nazione si affermò tardi e a seguito di una grande guerra endemica, ma si caratterizzò come fortino armato pronto a difendere unicamente gli interessi dei grandi capitali. In qualche modo, il denaro si faceva anima e muoveva le mani dei governanti, degli imperatori, persino dei religiosi.
Filippo II, imperatore di Spagna e vincitore di Lepanto, in una lettera al suo consigliere scriveva: "Il denaro, tutto si riduce al denaro".
Pochi decenni prima, la Riforma Protestante aveva sganciato la lettura delle Sacre Scritture dal ruolo del clero.
Si scioglievano lacci e lacciuoli: gli uomini (e le donne) potevano partire per gli oceani armati di Bibbia e merci da vendere, persino Dio era con loro e li guardava dall'alto del cielo.
Svaniva lentamente quel lungo Medioevo contemplativo e un po' anarcoide, fatto di utopie contadine, la cui ultima coda furono gli anabattisti e i protestanti radicali, traditi dai loro stessi padri spirituali.
Ogni fenomeno sociale è dialettico, nella Riforma confluirono spiriti rivoluzionari e servi del nuovo idolo.
La storia del sistema-mondo è la storia dell'estensione dello spazio mentale europeo al globo: stato, diritto, cristianesimo, il metodo, capitalismo, l'applicazione della razionalità alla vita e al mondo.
Questa consapevolezza non deve portarci a fare paternalismo. Gli europei - arrivati in India - trovarono un'economia vivace che aveva già la partita doppia e l'equivalente delle lettere di cambio; in India coesistevano il capitalismo mercantile e legami economici meno articolati (così come in tutto il mondo, da sempre); buona parte dei saperi matematici, astronomici e tecnici dell'Occidente arrivarono dalla Persia, dalla Cina e dal mondo arabo.
Le società mesoamericane conoscevano perfettamente le stelle, l'agricoltura e la scrittura, disponevano di grandi eserciti, sistemi di calcolo e dazi, fu solo con l'inganno e soprattutto con il vaiolo che gli europei prevalsero.
Il capitalismo europeo aveva una grande peculiarità: non esistevano regole, se non nell'accumulazione o vittoria in quanto tale.
Cortes fa bruciare ai suoi uomini appena sbarcati in Messico le navi: non si torna indietro signori.
Il tempo del mito su questo pianeta è finito, si va solo avanti.
La ragione greca, il λόγος, aveva incontrato il Dio degli ebrei e insieme erano diventati un'incredibile macchina da guerra: un dispositivo di controllo individuale, di addomesticazione dell'umano, della natura, della messa a frutto di tutto.
Ἐν ἀρχῇ ἦν ὁ λόγος,
καὶ ὁ λόγος ἦν πρὸς τὸν θεόν,
καὶ θεὸς ἦν ὁ λόγος.
Oὗτος ἦν ἐν ἀρχῇ πρὸς τὸν θεόν.
Il tempo lineare rompeva tutto.
Molti dei precedenti messaggi universali (le varie soteriologie indiane, ad esempio) avevano parlato di un tempo circolare fatto di nascita, vita, morte e rinascita. Il buddhismo Mahayana arrivava in alcuni aspetti quasi a glorificare la circolarità stessa del cammino se fatto con consapevolezza.
Il cristianesimo introduceva qualcosa di nuovo: la salvezza è in un momento X della Storia, non si può riavvolgere nulla, da lì tutto è diverso.
Nelle stesse aree geografiche (dunque climatiche e geo-produttive) si affermava una cultura con caratteristiche decisamente più patriarcali. Il sistema di controllo diventava ancora più forte e si introiettava nelle fantasie, nei sogni, nelle nevrosi.
La società europea nasceva sulla strana idea degli eroi greci, che divideva gli uomini tra quelli di "buona nascita" e il povero Tersite (stupido e codardo, dunque brutto) deriso dagli Achei e il messaggio cristiano dell'essere tutti fratelli.
Il mito fondativo dei fratelli in una società gerarchica si poteva in realtà reggere solo sul grande rimosso: la distruzione e sottomissione violenta dell'Altro.
Fuori furono gli altri popoli colonizzati, schiavizzati, cancellati (come oggi in Palestina); dentro, le donne ridotte anche qui a ruoli dialetticamente opposti in cui erano imprigionate.
Nasce la lettura romantica e l'idea di amore (come la concepiamo oggi) proprio in questo mondo maschilista: gli uomini (la parte ricca e colta, che scriveva novelle, poesie, diari e romanzi) sposavano donne che non amavano, ma frequentavano le donne che amavano veramente, che non erano dedicate alla riproduzione, talvolta che persino erano colte! Dalle geishe giapponesi alle concubine dei notabili cinesi, fino agli harem ottomani e ai bordelli di tutta l'Europa.
I grandi imperi, i monumenti, persino l'oro dei faraoni che la gente accorre a vedere nei musei (come diceva un personaggio di Godard), tutto nasceva sul sopruso, la violenza, la rapina.
 
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