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Gerusalemme: sputi e minacce, tornano abusi su pellegrini cristiani
di
Leandro Leggeri
Un nuovo e inquietante reportage denuncia il ritorno — e in alcuni casi l’intensificazione — delle molestie contro turisti e pellegrini cristiani nella Gerusalemme occupata.
Con la ripresa del turismo internazionale, molti visitatori raccontano episodi ricorrenti: sputi da parte di gruppi ultra-ortodossi, insulti durante le processioni, minacce in vicoli della Città Vecchia, persino calci e aggressioni da parte di ragazzini spinti dal fanatismo religioso.
Secondo guide, associazioni che monitorano gli abusi e testimoni diretti, il fenomeno non è mai scomparso, ma negli ultimi mesi sarebbe tornato a crescere.
Alcuni gruppi di pellegrini riferiscono di essere stati attaccati lungo la Via Dolorosa, proprio mentre celebravano i riti del percorso di Gesù. Altri hanno raccontato di essere stati seguiti e insultati, inducendo molti visitatori a nascondere croci, rosari o simboli religiosi per timore di essere presi di mira.
Attivisti e centri di monitoraggio denunciano che alla radice c’è un mix di ignoranza religiosa, estremismo e un senso di impunità diffuso tra i gruppi più radicali. Ed è proprio su questo punto che il reportage è più duro: secondo varie testimonianze, la polizia israeliana raramente interviene, non condanna pubblicamente questi atti e non attua misure preventive, lasciando pellegrini e turisti senza protezione.
È un tema noto da anni alle comunità cristiane di Terra Santa, che ripetutamente denunciano aggressioni, vandalismi contro luoghi sacri e intimidazioni.
Ora, con il ritorno dei flussi turistici, il problema esplode di nuovo — e con esso l’immagine di una città sacra dove il diritto alla libertà di culto, garantito dal diritto internazionale, viene sistematicamente violato.
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