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Ma il mondo distoglie lo sguardo
trad. di Antonella Salamone
Li hanno messi sotto assedio.
Hanno chiuso i confini,
poi l'acqua,
poi il cibo,
poi gli ospedali,
poi le case,
poi il cielo.
Hanno seppellito i bambini sotto il cemento
e hanno persino bombardato le tombe,
come se la memoria stessa fosse una minaccia.
Hanno detto loro "cessate il fuoco",
poi hanno sparato.
Hanno detto loro "zona sicura",
poi l'hanno cancellata.
Hanno giocato con la loro fame,
la loro speranza,
le loro mappe di sopravvivenza.
Hanno tagliato l'elettricità,
poi i supporti vitali,
poi i neonati dalle loro incubatrici
e l'hanno chiamata "autodifesa".
Hanno fatto morire di fame un popolo già sotto assedio da decenni,
hanno allagato le loro tende d'inverno,
hanno visto le malattie diffondersi nell'oscurità,
hanno visto arti amputati,
corpi mutati,
madri tenere in braccio bambini
che non hanno mai imparato la parola "domani".
Hanno distrutto una città sopravvissuta a vent'anni di blocco,
perché la sopravvivenza stessa li offendeva.
E il mondo...
ha guardato.
ha contato.
ha dibattuto.
ha rinviato.
ha smascherato il suo razzismo,
la sua avidità,
il suo silenzio,
la sua anima.>
Dicono che sia una guerra.
Ma una guerra ha bisogno di due eserciti.
Questo è un popolo intrappolato
da Gaza alla Cisgiordania
con ogni uscita sigillata
e ogni respiro punito.
E tuttavia,
senza più nulla da perdere,
la loro esistenza parla più forte
di ogni bugia raccontata su di loro.
Quando si blocca ogni fonte di vita,
ogni fonte di speranza
ciò che rimane è la verità.
E la verità sopravvive sempre a coloro
che hanno cercato di seppellirla.
Nada Abu Alrub, medico australiano che ha lavorato come volontaria a Gaza presso l'ospedale Al-Shifa
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