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Media britannici insabbiano il genocidio
di Leandro Leggeri
Da più di due anni, mentre Israele devasta Gaza con bombardamenti sistematici e una politica di annientamento dichiarata, i giornalisti palestinesi – spesso cittadini comuni – sono stati gli unici occhi e le uniche voci dall’interno dell’enclave.
Ma quando finalmente le principali testate britanniche sono entrate a Gaza, la narrazione non è cambiata: anche davanti all’evidenza visiva del genocidio, la loro copertura continua a riproporre la finzione di una “guerra complessa”.
Hamza Yusuf, giornalista britannico-palestinese, denuncia come BBC, Sky News e altri media mainstream siano riusciti a trasformare un paesaggio apocalittico in un racconto di “conflitto convenzionale”, omettendo volutamente il contesto di genocidio certificato da Amnesty, da esperti ONU e dall’ICJ.
La BBC parla di “devastazione dopo due anni di guerra”, ripetendo senza critica la retorica israeliana sui “terroristi” e sui “tunnel”, mentre ignora i più di 300 palestinesi uccisi dalle violazioni del cessate il fuoco e gli oltre 500 attacchi compiuti da Israele durante la tregua.
Sky News costruisce un quadro simile, affidando la narrazione all’esercito israeliano e presentando l’occupazione di Gaza come una necessità di sicurezza. L’unica voce palestinese inserita nel servizio viene trattata come una semplice “contro-narrazione”.
Persino quando ITV produce un servizio più schietto, gli elementi cruciali – genocidio, intenti dichiarati, carte processuali dell’ICJ e dell’ICC – vengono accuratamente omessi. Il risultato è una rappresentazione che cancella dimensioni fondamentali: l’illegalità dell’occupazione israeliana, la natura sistematica delle uccisioni indiscriminate, gli ordini militari che autorizzano la “licenza di uccidere”.
Il punto non è solo ciò che viene detto, ma ciò che viene lasciato fuori. Non una parola sui mandati d’arresto della Corte Penale Internazionale contro Netanyahu e Gallant, né sul processo per genocidio in corso all’Aja. In questo vuoto informativo, il racconto israeliano viene presentato come il quadro oggettivo, mentre le testimonianze palestinesi vengono delegittimate.
Yusuf sostiene che i media britannici non stanno semplicemente sbagliando: stanno costruendo deliberatamente una realtà parallela, quella in cui una delle più documentate campagne genocidarie del XXI secolo viene ridotta a “guerra difficile e sfortunati danni collaterali”.
La cosa più inquietante è che questa distorsione avviene mentre i giornalisti camminano letteralmente tra le rovine, mentre vedono con i loro occhi ciò che le testate continuano a negare: la distruzione totale di interi quartieri, famiglie spazzate via, infrastrutture civili cancellate, una popolazione ridotta alla fame e senza possibilità di sopravvivere.
“Quello che manca di integrità giornalistica,” conclude Yusuf, “viene compensato con un’altra cosa: prove. Prove che un giorno saranno usate contro chi ha scelto di raccontare la menzogna.”
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