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28 novembre 2025
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Mohammed Shahin siamo noi
di Rossella Ahmad

Nel vergognoso trattamento che il governo italiano ha riservato a Mohammed Shahin vi sono decenni di islamofobia5, il veleno utilizzato dal sistema per scatenare la più semplice delle guerre orizzontali, quella che da sempre fa presa sull'immaginario collettivo di un occidente vittima di una mendace operazione mediatica di demonizzazione e disumanizzazione dei popoli mediorientali.

E mettiamoci dentro anche una vagonata di orientalismo, che è l'approccio fondamentalmente razzista dell'occidente nei confronti dell'oriente, che non ha diritto di parola perché è fuori della sfera del reale, è mera categoria (a)culturale, che esiste solo nella rappresentazione alterata che l'occidente dà di esso. Oggetto di descrizione, dunque, inesistente di per sé e quindi intrinsecamente soggetto a dominio coloniale e discriminazione culturale, come lo definì Edward Said.

Se non fosse per queste due categorie, nulla di ciò che accade sarebbe stato possibile, né la disumanizzazione di un popolo altrimenti meritevole di essere giudicato eroico secondo tutti i parametri del pensiero logico né la vendetta applicata dagli stati verso i segmenti più deboli della catena di solidarietà per Gaza: chi non possiede cittadinanza e quindi diritti, meglio se musulmano da offrire in pasto ad una pubblica opinione come comodo capro espiatorio su cui riversare la frustrazione per i propri diritti erosi, e per la povertà materiale e morale che avanza, inesorabile come una piccola morte.

Il sangue dei musulmani, e la loro miseria, sono anzi particolarmente apprezzati nel sottobosco delle società occidentali, in cui vegetano ampi strati di popolazione per lo più incolta, alla perenne ricerca di vittime sacrificali su cui riversare decenni di alienazione per le ripetute sodomizzazioni violente da parte del potere e alla cui pancia si rivolge il sovranismo becero, quello che da Fallaci a Salvini - ma il fenomeno è assai più antico - ha propagandato la liceità dell'ultimo razzismo socialmente accettato, quello anti-arabo e anti-islamico.

Lo abbiamo visto con Souzan Fatayer, docente di lingua araba e membro della Comunità Palestinese Campana, candidata alle ultime elezioni regionali e sottoposta a gravissimi attacchi personali, con offese irripetibili, dal primo all'ultimo giorno della sua campagna elettorale per il solo fatto di essere straniera e palestinese, e lo vediamo oggi, con il provvedimento di espulsione arbitraria nei confronti di una persona, incolpevole se non di aver testimoniato a favore del diritto e della giustizia in Palestina, in ciò che si configura come vigliacco atto di vendetta politica da parte di un sistema che fa affidamento sul sostegno dei segmenti più disagiati del paese.

Ci troviamo in un mondo in cui parte di esso soccombe di fronte all'arbitrio, ed in cui la porzione residua, nutrita da decenni di islamofobia rabbiosa, ne gode, in maniera rozza ed inconsapevole. Non essendo parte di alcuna élite, imparerà a sue spese che i diritti sono per definizione intangibili e che, quando il potere comincia ad erodere quelli di una minoranza qualsivoglia, è a quelli della maggioranza che punta. Punirne uno per educarne cento. Gaza, che avrebbe dovuto essere un monito, non è altro che l'immagine del mondo che verrà. Mohammed Shahin siamo noi, compreso chi oggi applaude al tradimento dei principi dello stato di diritto. I sovranisti del ridicolo.

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