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Israele usa AI per mascherare volti di soldati criminali
di Tamara Gallera
Israele ha introdotto un sistema di intelligenza artificiale di vasta portata, noto come Morpheus, volto a monitorare l'attività dei soldati sui social media e a prevenire post che potrebbero rivelare prove di crimini di guerra.
Secondo il Zionism Observer, il programma è stato sviluppato per impedire alle truppe di "condividere involontariamente informazioni sensibili che potrebbero essere sfruttate dagli avversari". Morpheus utilizza l'intelligenza artificiale per analizzare video, foto e testi condivisi online dalle forze armate israeliane e segnala qualsiasi contenuto che violi le norme sulla sicurezza informatica.
La fase pilota avrebbe coinvolto 45.000 militari negli ultimi mesi e ha già portato a migliaia di casi in cui ai soldati è stato chiesto di rimuovere materiale dai loro account.
L'implementazione di Morpheus riflette la crescente preoccupazione israeliana che le tracce digitali lasciate dai soldati possano essere utilizzate in procedimenti legali internazionali.
All'inizio di questo mese, la Fondazione Hind Rajab (HRF) ha presentato una denuncia penale presso la Procura Suprema della Repubblica Ceca per il ruolo di un soldato israeliano nelle atrocità commesse a Gaza.
L'HRF ha affermato che il caso, presentato dall'avvocato Jan Taubl di Praga, si basa su un rapporto dettagliato che delinea il coinvolgimento di Noam Tsuriely in crimini di guerra, crimini contro l'umanità, atti di genocidio e celebrazioni pubbliche delle atrocità israeliane attraverso le sue esibizioni musicali.
I post di Tsuriely documentano ripetuti ingressi a Gaza, molteplici dispiegamenti e la partecipazione a operazioni distruttive.
La ONG con sede a Bruxelles è specializzata nella raccolta e nell'analisi di video, foto e contenuti sui social media condivisi da soldati israeliani su piattaforme come TikTok, Instagram e YouTube. Questo materiale viene direttamente incorporato nei documenti legali in tutto il mondo.
Nell'ottobre 2024, HRF ha presentato un'ampia denuncia alla Corte penale internazionale contro 1.000 membri del personale israeliano per presunti crimini di guerra, crimini contro l'umanità e genocidio. La denuncia includeva oltre 8.000 prove, tra cui registrazioni sui social media, analisi forensi e resoconti di testimoni oculari.
Allo stesso tempo, il Centro Palestinese per la Difesa dei Prigionieri riferisce che le forze di occupazione israeliane hanno intensificato drasticamente la loro campagna di arresti contro donne e ragazze palestinesi con l'accusa di "incitamento ai social media". L'organizzazione afferma che gli arresti sembrano mirati a mettere a tacere il dissenso contro le azioni israeliane.
Dall'inizio della guerra a Gaza, nell'ottobre 2023, sarebbero state arrestate più di 600 donne. Nello stesso periodo, le forze israeliane hanno ucciso quasi 70.000 palestinesi e ne hanno feriti almeno altri 171.000.
Questa maggiore dipendenza dal monitoraggio digitale non si limita ai soldati semplici, ma si estende più in profondità alla struttura di comando militare.
Secondo quanto riferito, le forze di occupazione israeliane si stanno preparando a inasprire le regole sull'uso dei telefoni cellulari per gli ufficiali superiori, nel timore che informazioni sensibili possano essere trapelate o intercettate, in particolare a seguito dell'Operazione Al-Aqsa Flood.
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