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Risoluzione non prevale su diritto internazionale
di Guglielmo Mengora
Per giudicare la risoluzione di ieri bisogna distinguere il wishful thinking e l'atteggiamento da colonizzatore del mondo occidentale dalle leggi internazionali.
Come ha ricordato ieri il Presidente del Consiglio di Sicurezza dell'ONU ieri, la Sierra Leone, le risoluzioni del CdS NON hanno priorità sulle norme del diritto internazionale.
Quello che è stato inserito nel testo, spesso in modo ambiguo, serve a dare contentini agli israeliani ma non ha valore di legge né priorità su altri diritti. E lo ha ricordato il Consiglio di Sicurezza.
In particolare, qualsiasi cosa ci sia scritta nella risoluzione, il diritto all'auto-determinazione - che include la resistenza armata contro gli occupanti -, il diritto alla contiguità territoriale degli Stati (collegamento Gaza-Cisgiordania) e la sovranità sulle proprie risorse naturali non sono negoziabili e non sono emendabili con risoluzioni del Consiglio di Sicurezza e nemmeno dell'ONU tutto. Questi diritti sono prioritari e inalienabili.
Questo per dire che giudicare la situazione da quello che viene scritto nella risoluzione è sbagliato perché è destinato a far ingoiare a Tel Aviv, ed in particolare gli alleati di Netanyahu, le loro nemesi. Se i palestinesi non sono d'accordo, non si farà nulla. Se l'ISF cercherà di disarmare le fazioni palestinesi queste semplicemente le spareranno contro.
Se il comicamente definito Board-of-Peace tenterà di definire le attività di Gaza o - peggio - tenterà di stringere accordi per le risorse naturali come il gas, i palestinesi semplicemente gli spareranno contro. Il suo compito è coordinare la ricostruzione mentre il governo di Gaza spetta ad un organo palestinese nel quale possono essere invitate tecnici internazionali di fama.
Ma per quanto siano clown, né Trump né i generali USA pensano il contrario.
Quello che conta - che è la ragione per cui Russia e Cina non hanno bloccato la risoluzione - è che l'ONU possa oggi dispiegare una forza internazionale in Israele e che di fatto riconosca uno stato palestinese indipendente e quindi la ragione di separare le due forza al confine.
Dove sarà il confine, si vedrà e non può essere meno di quello che il diritto internazionale ha assegnato ai palestinesi e quindi l'intera Gaza, la Cisgiordania e Gerusalemme capitale.
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