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Abdullah Barghouti picchiato e torturato in cella. Negate le medicine
di Gabriella Mira Marq
L'ufficio stampa di Asra ha rivelato lunedì che il prigioniero palestinese e leader di Hamas Abdullah Barghouti ha subito una delle più dure forme di tortura fisica e psicologica dal suo arresto, avvenuto il 5 marzo 2003, nella prigione israeliana di Gilboa.
In un comunicato stampa, l'ufficio ha sottolineato che ciò a cui Barghouti, 53 anni, è attualmente sottoposto equivale a "un tentativo di lenta esecuzione" nei confronti di uno dei leader più importanti del Movimento dei Prigionieri Palestinesi, avvertendo che potrebbe morire da un momento all'altro.
Il comunicato ha rivelato che per oltre 25 mesi l'amministrazione penitenziaria ha perpetrato sistematiche e ripetute aggressioni contro Barghouti. Le guardie carcerarie assaltano la sua cella giorno e notte, accompagnate dai cani, dicendogli di "aver mancato di picchiarlo", prima che tre di loro lo legassero e lo picchiassero violentemente con i manganelli, provocandogli sanguinamento e ferite profonde. Gli altri prigionieri sono costretti a curarlo usando abiti strappati e prodotti per la pulizia di base.
Abdullah Barghouti (da non confondere con Marwan Barghouti, politico palestinese condannato a cinque ergastoli con l'accusa di essere mandante di azioni suicide della Brigata dei Martiri di al-Aqsa) sta scontando 67 ergastoli. Soffre di gravi ferite non curate: fratture al gomito destro e alla mano per oltre tre mesi, un mignolo rotto della mano sinistra, due costole fratturate, tendini strappati e una significativa perdita di peso di circa 35 chili dovuta alla fame e alla cattiva alimentazione.
Secondo la dichiarazione, le guardie gli hanno anche versato dell'acqua addosso prima di fulminarlo e lo hanno rinchiuso in una cella infestata dalla scabbia, che gli ha causato dolorose pustole su tutto il corpo. Ora dorme sul pavimento nel tentativo di evitare ulteriori infezioni.
Barghouti ha ora gravi difficoltà a muovere le mani, una delle quali è quasi paralizzata, mentre le autorità carcerarie israeliane gli negano qualsiasi assistenza medica, persino gli antidolorifici, e impediscono alle organizzazioni per i diritti umani di contattarlo.
L'ufficio ha affermato che ciò che Barghouti sta sopportando fa parte di una guerra aperta contro la leadership del Movimento dei Prigionieri e che il livello di abusi che subisce va oltre la punizione; si tratta di un tentativo deliberato di ucciderlo, che richiede un intervento internazionale urgente.
Lunedì scorso, l'Assemblea generale della Knesset israeliana ha approvato in prima lettura un disegno di legge che consentirebbe l'esecuzione di prigionieri palestinesi, inoltrandolo alla commissione competente per ulteriori votazioni. Le associazioni per i diritti umani avvertono che la legge potrebbe essere applicata retroattivamente, mettendo a rischio centinaia di detenuti.
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