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Sumud: come è stato possibile
di Rossella Ahmad
Quando nell'articolo precedente facevo accenno alla necessità della comprensione, non solo della visione - che già da sola è illuminante nella sua rappresentazione grafica del Male elevato a sistema - intendevo riferirmi all'eterno feticcio del sette ottobre, agitato come un totem dallo stato coloniale e dai suoi (in)degni sostenitori, i fiancheggiatori del crimine impunito in Palestina.
Perché la domanda che ti accompagna, ti perseguita quasi, per tutta la durata di No other Land è una sola, sempre la stessa: come sia stato possibile che il sette ottobre sia giunto così tardi, di quale forza sovrumana è dotato un popolo per resistere a quasi cento anni di violazione sistematica di ogni suo diritto, da quello all'acqua a quello alla vita.
Che raccoglie i corpi dei suoi figli abbattuti come birilli e ne fa epica ed epopea di Resistenza.
Che resta fermo nella tempesta più atroce. Che allunga le sue radici tra i sassi della terra natia, sopportandone tutto il peso e la difficoltà. Che accetta l'amaro calice, assieme alla consapevolezza disperante di non avere sponde, né appigli.
E ad essi, ai fiancheggiatori di questa fetenzia cosmica, vorrei rivolgermi: voi, gente moderata, grandemente civile, progredita e responsabile, al posto dei palestinesi cosa avreste fatto? Per quanto tempo avreste resistito prima di implodere?
Ve lo dico io, senza tema di smentita: non più di 48 ore. Alla fame ed alla sete ancora meno. Al primo bambino violato e caduto vi sareste rivoltati contro il cielo.
Risparmiateci le vostre irritanti lezioni non richieste e lo spettacolo indecoroso dei vostri deretani al caldo, mollemente sprofondati in comode poltrone mentre discettate del nulla e vi confrontate, assai indegnamente, con i giganti del nostro tempo.
Uomini e donne, ma anche bambini, che invero ci insegnano la Vita, e lo fanno naturalmente, senza spocchia, senza superbia, con infinita aderenza all'umanità ed ai valori più sacri dell'esistenza.
Medito sconsolata su quest'epoca di disonore e vergogna, del nulla ostentato e del valore disprezzato, mentre i bambini di Gaza dormono con le caviglie affondate nell'acqua di tende allagate.
Grandi sono i mali che ci aspettano, come peso karmico per tutto il dolore causato, tollerato, consentito.
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