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Gaza: il pericolo delle munizioni inesplose
di Franca Rissi
Un bambino palestinese è stato ucciso nella Striscia di Gaza dopo l'esplosione di un ordigno inesploso lasciato dall'esercito israeliano, secondo quanto riportato sabato dai media.
L'agenzia di stampa ufficiale palestinese WAFA, citando fonti, ha riferito che l'esplosione è avvenuta nella città meridionale di Khan Younis.
E accadrà sempre più spesso, dato che le munizioni inesplose utilizzate dall'esercito israeliano durante gli attacchi a Gaza continuano a rappresentare una grave minaccia per i palestinesi.
Sebbene il cessate il fuoco abbia fermato le ostilità attive, i resti della guerra lasciati dalle forze israeliane continuano a mietere vittime.
Secondo i dati del governo palestinese, 20.000 proiettili e razzi inesplosi rimangono sparsi per Gaza e la loro bonifica potrebbe richiedere dai 20 ai 30 anni. Le autorità sottolineano inoltre che l'ingresso di attrezzature per le operazioni di sminamento non è stato autorizzato.
Gaza, ormai simile a un campo minato a cielo aperto, rappresenta un pericolo particolare per i bambini, che rappresentano il gruppo più vulnerabile perché spesso non sono consapevoli dei rischi mortali che le munizioni rappresentano.
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