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La chiamano censura solo quando fa comodo
di Rosa Rinaldi
Mentre Calenda si fa tatuare il tridente ucraino sul polso, la Picierno interviene con una censura pesantissima (perché questa è censura bella e buona) per annullare una conferenza sulla russofobia prevista a Torino il 12 novembre con ospite il professore Angelo d'Orsi. Che tra l'altro in un suo video-post dichiara di essere venuto a conoscenza dell'annullamento solo dal profilo social di Picierno.
Questa ucro-filia - che spinge a comportamenti infantili ed emotivi come tatuarsi simboli ucraini - o ad azioni totalmente antidemocratiche e anticostituzionali (come censurare/sospendere/boicottare/annullare qualsiasi evento a tema Russia) è qualcosa che non ha nulla a che fare con la tutela dei nostri ordinamenti politici e democratici.
E te ne rendi conto perché quelli come Picierno - che chiedono che gli asset russi congelati (leggi: capitali privati sottratti indebitamente) vengano utilizzati per ricostruire l'Ucraina - non ci pensano nemmeno per sbaglio a chiedere a Israele di riparare all'immensa distruzione che ha fatto e sta facendo a Gaza (ma anche a Gerusalemme e Cisgiordania).
Anzi, se un giornalista osa fare una domanda del genere, viene licenziato, nel silenzio politico generale.
Ancora una volta è più che mai evidente che in Italia siamo al ribaltamento delle verità:
quando Fiano viene contestato si parla di 'censura"; quando il professor D'Orsi viene censurato, la cosa è raccontata come una vittoria della democrazia.
Se permettiamo che l'indirizzo della Storia sia dettato da questa gente qui, il tracollo dei nostri ordinamenti democratici è ormai a vista.
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