 |
Irlanda: federazione calcio chiede a UEFA di bandire Israele
di Pierpaolo Minardi
Sabato, i membri della Federcalcio irlandese hanno approvato una mozione che incarica il consiglio di richiedere formalmente alla UEFA di sospendere la Federcalcio israeliana dalle sue competizioni, secondo quanto riferito da una fonte presente alla riunione.
Secondo la fonte, la decisione si basa sulle accuse mosse alla Federcalcio israeliana per aver commesso due gravi violazioni del regolamento UEFA: la prima è la mancata attuazione di un'efficace politica antirazzista e la seconda è l'organizzazione di club nei territori palestinesi occupati senza il consenso della Federcalcio palestinese.
La decisione irlandese segna la prima mossa ufficiale di una federazione nazionale europea che chiede misure punitive contro la Federcalcio israeliana, in un momento in cui le critiche a "Israele" stanno aumentando sia negli ambienti sportivi che nella comunità internazionale per le sue azioni nei territori palestinesi occupati.
Nel settembre 2025, Amnesty International ha lanciato un appello diretto sia alla FIFA che alla UEFA affinché sospendessero la Federcalcio israeliana a meno che non escludesse i club che operano negli insediamenti illegali nella Cisgiordania occupata. L'organizzazione ha sottolineato che le continue violazioni del diritto internazionale da parte di "Israele" non dovrebbero essere legittimate attraverso la partecipazione sportiva, indicando specificamente l'attività di club in territorio palestinese occupato senza il consenso della Federcalcio palestinese.
Lo stesso mese, gli esperti delle Nazioni Unite per i diritti umani hanno fatto eco all'appello, sollecitando la sospensione di "Israele" dagli organismi calcistici internazionali. I relatori speciali delle Nazioni Unite hanno citato l'entità delle sofferenze dei civili a Gaza e l'impunità del regime israeliano come motivi per un'azione immediata, avvertendo che le istituzioni calcistiche rischiano di diventare complici se rimangono in silenzio o inattive di fronte a tali violazioni.
A livello di club, le tensioni emersero durante una partita europea ad Amsterdam nel novembre 2024 con il Maccabi Tel Aviv FC. Scontri scoppiarono intorno allo stadio a causa dell'acuirsi della rabbia pubblica per la guerra a Gaza, che portò ad arresti e riaccese il dibattito sull'inclusione delle squadre israeliane nelle competizioni continentali. La violenza mise in luce la crescente difficoltà di separare lo sport dalle crescenti realtà politiche.
Il 20 agosto 2025, l'Associazione Allenatori Italiani ha formalmente chiesto alla FIFA e alla UEFA di sospendere "Israele" dai tornei calcistici internazionali, citando la guerra israeliana a Gaza.
Nell'ottobre 2025, i tifosi del Celtic FC hanno fatto notizia quando la Brigata Verde ha esposto uno striscione in cui accusava la UEFA di essere "complice di genocidio" durante una partita di Europa League. La dichiarazione è stata rilasciata durante le proteste in corso contro la guerra di "Israele" a Gaza e rifletteva la crescente disponibilità dei tifosi di calcio a contestare le istituzioni europee per la loro presunta neutralità di fronte alle violazioni dei diritti umani.
VAI A TUTTE LE NOTIZIE SU GAZA
 
Dossier
diritti
|
|