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Venite in Israele: l'invito del ministro israeliano agli ebrei di New York
di Leandro Leggeri
Il ministro israeliano per gli Affari della Diaspora, Amichai Chikli, ha definito l’elezione di Zohran Mamdani, nuovo sindaco di New York, «un punto di svolta critico» che scuote «le fondamenta stesse della città che aveva offerto libertà e opportunità a innumerevoli rifugiati ebrei».
Chikli ha invitato gli ebrei americani a «considerare seriamente di trasferirsi nella Terra d’Israele», accusando Mamdani – musulmano e apertamente filopalestinese – di essere «un sostenitore di Hamas».
Anche altri esponenti israeliani hanno reagito con durezza: il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir ha parlato di «trionfo dell’antisemitismo sul buon senso», mentre l’ambasciatore all’ONU Danny Danon ha promesso che Israele non si lascerà intimidire dalle «dichiarazioni infiammatorie» del nuovo sindaco.
Mamdani, eletto dopo una campagna segnata da attacchi islamofobi e accuse di antisemitismo, ha promesso nella vittoria di «costruire una città che resti ferma nella lotta contro l’antisemitismo e contro l’islamofobia».
Il politico, originario dell’Uganda e di famiglia indiana, è il primo sindaco musulmano nella storia di New York. Durante la campagna ha definito quella di Israele a Gaza un «genocidio» e aveva dichiarato che, se Netanyahu avesse visitato New York, ne avrebbe rispettato il mandato d’arresto della Corte penale internazionale.
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