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Salvini e l’ipocrisia selettiva sull’Islam
di Soumaila Diawara
Nel 2020 la Lega si vantava di aver eletto “il primo sindaco musulmano”, Moreno Marsetti, celebrandolo come simbolo di apertura e collaborazione. Titoli trionfali, sorrisi e strette di mano, improvvisamente l’essere musulmano non era più un problema, purché si fosse “dalla parte giusta”, cioè con la Lega.
Oggi lo stesso Salvini si indigna perché a New York e in Gran Bretagna vengono eletti o nominati politici musulmani come Zohran Mamdani, che parlano di giustizia sociale, uguaglianza e redistribuzione. Improvvisamente, l’Islam torna a essere un pericolo, una minaccia, un’etichetta da esibire per spaventare il suo pubblico.
La verità è semplice, a Salvini non interessa la religione delle persone, ma il colore della loro pelle e le idee che rappresentano. Se sei musulmano e servi la sua propaganda, vai bene. Se sei musulmano e parli di diritti, poveri, Palestina o uguaglianza, diventi un nemico.
È questa la coerenza del razzismo, l’ipocrisia di chi brandisce la fede, la patria e la paura solo quando conviene. Ed è lo stesso Salvini che, quando era al 35%, si faceva i selfie con gli stranieri per dimostrare di non essere razzista. Una messinscena patetica.
Prima di parlare a vanvera del sindaco di New York, caro Salvini, informati almeno. Hai perso il consenso, almeno la dignità conservala, se te n’è rimasta.
La coerenza del razzismo è sempre la stessa: tollerare solo ciò che serve a mantenere il potere. Salvini non teme l’Islam, teme la consapevolezza. Perché un musulmano che parla di diritti, uguaglianza e Palestina rompe la narrazione tossica su cui ha costruito la sua carriera. L’ipocrisia non è un errore, è la sua strategia.
Ma il vero problema non sei tu, sei prevedibile, mediocre e ormai svuotato di credibilità. Il vero problema è il gregge dei repressi che ti segue, applaudendo a ogni insulto, confondendo odio con identità, ignoranza con orgoglio.
Sono loro il carburante della tua ipocrisia, la platea che trasforma la tua mediocrità in consenso.
E finché ci sarà chi ha bisogno di sentirsi superiore distruggendo gli altri, Salvini continuerà a esistere.
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