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05 novembre 2025
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Mamdani sindaco: ha pesato anche la questione Palestina
di Santina Sconza

Rullino i tamburi, squllino le trombe un sindaco e due governatrici democratici eletti negli USA.

Zohran Mamdani è il nuovo sindaco di New York, la più grande città degli Stati Uniti d'America.
New York risponde con il voto alle politiche nazifasciste di Trump.

In Virginia, la democratica Abigail Spanberger ha vinto facilmente le elezioni per la carica di governatrice, diventando la prima donna eletta a ricoprire tale ruolo.

Nel New Jersey, la democratica Mikie Sherrill ha vinto la corsa per la carica di governatrice.

Tre giovani che hanno preso nelle loro mani il Partito Democratico, che hanno sconfitto i vecchi e le loro idee reazionarie che erano simili a quelle dei conservatori.

Non hanno avuto paura a candidarsi, non hanno avuto paura di essere uccisi, hanno preso nelle loro mani il Partito Democratico e si sono candidati contro l'oligarchico Trump.

Tutti e tre i candidati hanno posto l'accento sulle questioni economiche, in particolare sull'accessibilità economica. Ma sia Spanberger che Sherrill - le due donne - provengono dall'ala moderata del partito.

Il rivoluzionario, colui che ha condotto la campagna elettorale come un progressista convinto e come una voce della nuova generazione, è Zohran Mamdani, il nuovo sindaco di New York.

Il primo sindaco musulmano, ha sconfitto l'ex governatore democratico Andrew Cuomo, 67 anni, che si era candidato come indipendente dopo aver perso la nomination contro Mamdani alle primarie.

Una campagna elettorale, un momento di confronto ideologico e generazionale che potrebbe avere implicazioni nazionali per il Partito Democratico e noi ci auguriamo di sì.

Un nuovo partito Partito Democratico, quello di Mamdami con i veri valori socialisti, lo sguardo rivolto verso le classi più povere, tasse per i ricchi e che non ha peli sulla lingua a pronunciare la parola genocidio nei confronti di Israele.

Quella parola - genocidio - che fa tanta paura alla comunità ebraica newyorkese.

Ha ragione il giornalista Rampini a dichiarare: "Tra quelli che hanno paura di Mamdani sindaco, ci metterei la comunità Jewish. New York è una città con una comunità ebraica importantissima, è la più grossa città ebraica fuori dallo stato di Israele. C'è un mondo moderato che lo teme perché lui ha cavalcato non solo la protesta per Gaza filo palestinese, ma addirittura con degli slogan estremi come l'Intifada globale. E ci sono degli ebrei che hanno già deciso di lasciare New York se dovesse diventare sindaco lui. Poi c'è una parte di ceto medio alto che teme un'altra stangata fiscale. Metterei tra quelli che hanno paura anche un bel pezzo di leadership del Partito Democratico».

In interviste rilasciate martedì ai seggi elettorali della Virginia, alcuni elettori hanno affermato di aver pensato alle politiche più controverse di Trump, tra cui i suoi tentativi di deportare gli immigrati entrati illegalmente negli Stati Uniti e di imporre tariffe elevate sulle importazioni di beni stranieri, la cui legalità è al vaglio della Corte Suprema degli Stati Uniti questa settimana.

Quando un popolo si fa gregge vuole un capo, quando questi si accanisce contro di lui e vuole deportarlo, allora non si fa più gregge, capisce il pericolo e ragiona con la propria testa e vota contro di lui.

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