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                    La legge vale per tutti, anche per il Ministro Crosetto  
                     
    di Raffaele Florio 
                   
                    
Il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, si è trovato di fronte a una realtà semplice ma ineludibile: un Tribunale civile lo ha obbligato a pagare gli affitti arretrati di un immobile, riconoscendo il diritto del locatore e respingendo ogni tentativo di rinvio o dilazione. Non si tratta di una condanna penale, ma di un atto giudiziario che pesa simbolicamente quanto qualsiasi sentenza: anche chi governa deve rispettare i propri obblighi civili.
Secondo quanto emerge dagli atti, Crosetto non avrebbe versato regolarmente i canoni previsti dal contratto di locazione. La giustizia civile, chiamata a verificare il rispetto degli accordi, ha stabilito con chiarezza che il pagamento era dovuto, con l’aggiunta di interessi e spese legali. Nessuna interpretazione, nessuna attenuante: chiunque, anche un ministro, è soggetto agli stessi obblighi dei cittadini comuni.
Il caso assume un significato politico evidente. Il Ministro della Difesa è una figura di primo piano, chiamata a gestire la sicurezza e le risorse dello Stato, a rappresentare disciplina, ordine e responsabilità. Trovarsi a dover rispettare una sentenza per inadempienze private è un richiamo netto: la coerenza non si limita alle dichiarazioni pubbliche, ma si misura nei comportamenti quotidiani.
Da un punto di vista giuridico, la vicenda mette in luce la differenza tra responsabilità penale e civile. Non essendoci reati, Crosetto non rischia condanne o carcerazione; tuttavia, la sentenza civile è esecutiva e documenta un’inadempienza riconosciuta dal Tribunale. È un monito chiaro: la legalità è un principio universale, e i meccanismi di giustizia civile sono strumenti concreti per farla rispettare anche ai più alti rappresentanti dello Stato.
Sul piano etico e simbolico, poi, la vicenda diventa un esempio lampante di come il potere pubblico e la responsabilità privata siano interconnessi.
 La credibilità di chi governa si costruisce anche sui piccoli gesti: pagare un affitto, rispettare un contratto, assumersi le proprie responsabilità. Un’imprecisione o una leggerezza privata, per quanto “minore”, può avere ripercussioni sulla percezione pubblica e sulla fiducia dei cittadini.
La vicenda di Crosetto non è solo un episodio giudiziario: è un monito universale, una lezione sulla coerenza e sulla responsabilità. La legge, anche quando si tratta di un affitto non pagato, non fa sconti, e il rispetto delle regole non è negoziabile. Chi governa deve ricordarselo ogni giorno, perché la legittimità politica nasce dalla capacità di rispettare ciò che si predica.
 
                  
           
       
                   
                       
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