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                    Caivano? Non pervenuta  
                     
    di Elisa Fontana * 
                   
                    
Vi ricordate la grancassa politica   fatta da questo inguardabile governo su Caivano? 
 Dopo i fatti che coinvolsero due bambine, oggetto di violenze, nel quartiere del Parco Verde, tutto il governo piombò a Caivano, Meloni in testa che quando c’è da fare propaganda sente l’odore della polvere da sparo, ministri in coda e tutti a strillare che Caivano sarebbe diventato la principale preoccupazione del governo e il Parco Verde sarebbe stato ripulito da droga, spacciatori, criminalità e riportato a quartiere vivibile in piena sicurezza. 
Fu persino arruolato don Patriciello, parroco del quartiere, che si disse entusiasta dell’attenzione che finalmente la politica riservava alla città e al quartiere. Nacque così il modello Caivano, nel solito modo in cui nascono le cose in Italia: diventano modelli ancor prima di nascere e vedere come si svilupperanno, se con il naso a tromba e le gambe storte oppure somiglianti ad Apollo. Ma tralasciamo la polemica fine a se stessa e andiamo oltre. 
Su Caivano si sono abbattuti fiumi di finanziamenti pubblici finalizzati alla costruzione di parchi, palestre, centri di aggregazione, poli sanitari, campi sportivi e chi più ne ha, più ne metta. Le forze dell’ordine sono state precettate per bonificare da droga e camorra il Parco Verde, quartiere popolare e per ciò stesso pieno di delinquenti nella visione di certa politica. Insomma un mutuperio di soldi e iniziative che ha fatto gridare dalla propaganda di stato al miracolo: Parco Verde ripulito da spacciatori e camorristi, case occupate abusivamente restituite ai legittimi proprietari, un trionfo di legalità e sicurezza insomma, in un territorio che fino a ieri era terra di nessuno.
E, dunque, alle prossime elezioni amministrative che si terranno a fine mese, dopo lo scioglimento del comune per infiltrazioni mafiose, Fratelli d’Italia dovrebbe fare il pieno di voti, dopo tanto impegno e tanti risultati strombazzati. 
E, invece, accadono due fatterelli fra l’inquietante e il prevedibile. Il primo è che Fratelli d’Italia, dopo tanto strombazzare, non presenterà neppure una lista alle elezioni amministrative, segno evidente di una assenza sul territorio e di una quasi certa insignificanza politica.
 Il secondo fatterello è sicuramente consequenziale, ma altamente inquietante. Con un provvedimento del prefetto, i tre seggi elettorali che sono sempre esistiti nella scuola dentro il Parco Verde sono stati aboliti. Chi vorrà votare dovrà andare altrove, fuori dal Parco, suscitando le rimostranze e le proteste degli abitanti del Parco che minacciano di non andare a votare, non comprendendo il perché di questo provvedimento autoritario, discriminatorio e senza motivazione.
 Ma forse non ci vuole tantissima acutezza per comprendere, forse tutti gli sforzi di propaganda non sono bastati ad assicurare una messe di voti alla coalizione di centro destra e il Parco di Caivano rischiava di diventare una tragica cartina di tornasole della distanza fra la propaganda e i fatti. E, quindi, davanti ad una tale possibilità meglio eliminare tre seggi dentro il Parco e chi vuole andare a votare si diriga altrove, almeno fino a quando ci sarà questa scocciatura delle elezioni.
 Sinistra Italiana ha annunciato una interrogazione al Ministro Piantedosi, chiedendogli di dare conto del perché sono stati eliminati i tre seggi. Aspettiamo fiduciosi una spiegazione seria e lineare che ci tolga di bocca quel saporaccio di vile mezzuccio elettoralistico per parare i danni fra sfrenata propaganda e miseria della realtà.
* Coordinatrice Commissione Politica e Questione Morale dell'Osservatorio
 
                  
           
       
                   
                       
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