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02 novembre 2025
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Oman: Israele, non Iran, fonte di insicurezza nella regione
di Marilina Mazzaferro

Il Ministro degli Esteri dell'Oman, Badr al-Busaidi, ha affermato che "Israele, non l'Iran, è la principale fonte di insicurezza nella regione", osservando che "gli sforzi deliberati di Israele per prolungare le tensioni hanno causato la morte di centinaia di civili iraniani innocenti", secondo l'Oman News Agency.

Intervenendo al Manama Dialogue 2025, ospitato dal Bahrein in collaborazione con l'International Institute for Strategic Studies (IISS), al-Busaidi ha sottolineato che la vera sicurezza non può essere costruita su politiche di isolamento, contenimento o esclusione, ma sull'inclusività e sul coinvolgimento positivo tra gli stati della regione.

Ha aggiunto che l'Iran ha comunque mostrato una notevole moderazione, come ha fatto quando Israele ha bombardato il suo consolato in Siria, ferito il suo ambasciatore in Libano e assassinato un importante negoziatore palestinese a Teheran.

Tali azioni, ha affermato, costituiscono gravi violazioni del diritto internazionale e dimostrano chiaramente che Israele, non l'Iran, è la principale fonte di insicurezza regionale.

Al-Busaidi ha concluso che le politiche di esclusione alimentano l'estremismo e l'instabilità, mentre una partnership globale promuove la fiducia, il rispetto reciproco e la prosperità condivisa, invocando un quadro di sicurezza regionale che includa tutti gli stati, tra cui Iran, Iraq e Yemen, per affrontare efficacemente le sfide comuni.

Le osservazioni di Al-Busaidi riflettono una crescente consapevolezza regionale della portata della devastazione che Israele ha inflitto in tutta l'Asia occidentale, dall'Iran e dalla Siria al Libano e alla Palestina. Nell'ultimo decennio, le azioni militari israeliane, sostenute dalle potenze occidentali, hanno lasciato una scia di distruzione e perdite di vite umane.

In Iran, gli attacchi israeliani del giugno 2025 hanno ucciso oltre 935 persone, compresi i civili, a Isfahan, Kermanshah e Teheran. Precedenti attacchi contro strutture scientifiche e diplomatiche iraniane, come il bombardamento del consolato iraniano a Damasco nell'aprile 2024, sono stati condannati a livello internazionale come atti di terrorismo di stato.

In Siria, i continui raid aerei israeliani hanno ucciso migliaia di civili e soldati dal 2017, distruggendo infrastrutture critiche e ostacolando la ripresa postbellica del Paese.

In Libano, l'UNIFIL ha documentato oltre 7.000 violazioni aeree e 2.400 operazioni terrestri a nord della Linea Blu dal 2024, inclusi attacchi con droni che hanno ucciso civili a Blida, Kfarsir e Aita al-Shaab.

Nonostante le ripetute provocazioni, le risposte dell'Iran sono rimaste ponderate e moderate; dopo l'operazione True Promise, Israele ha adottato un cessate il fuoco mediato dagli Stati Uniti sotto la presidenza di Donald Trump, sebbene Teheran insista sul fatto che il suo governo non abbia ancora ratificato alcun accordo formale.

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