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31 ottobre 2025
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Libano: Hezbollah mette in guardia contro attacchi di Israele
di Mauro W. Giannini

Il Segretario Generale di Hezbollah, lo sceicco Naim Qassem, ha affermato che la sovranità del Libano è nelle mani del suo popolo, in particolare di coloro che coltivano con tenacia la propria terra lungo i confini, definendoli "i veri sovrani".

Intervenendo durante una cerimonia nel Libano meridionale, lo sceicco Qassem ha denunciato la continua ingerenza degli Stati Uniti negli affari libanesi, accusando Washington di "sponsorizzare l'aggressione piuttosto che mediare la pace". Ha affermato: "Gli Stati Uniti affermano di lavorare per risolvere la situazione in Libano, ma non sono un mediatore onesto; sponsorizzano l'aggressione e la sua espansione".

Il leader di Hezbollah ha criticato il silenzio di Washington su quelle che ha descritto come oltre 5.000 violazioni israeliane della sovranità libanese, aggiungendo che tali trasgressioni non hanno fatto che aumentare con ogni visita annunciata di un inviato statunitense. "Qual è la posizione degli Stati Uniti su queste violazioni? Al contrario, le giustificano", ha affermato.

Lo sceicco Qassem ha anche respinto le accuse che prendevano di mira il diritto dell'esercito libanese a difendere il Paese, mettendo in discussione la posizione degli Stati Uniti sull'uccisione di civili e sull'"assassinio ingiustificato di un dipendente governativo". Ha affermato che l'intimidazione non avrebbe scoraggiato la resistenza del Libano, dichiarando: "Non siamo sostenitori della resa o della sconfitta, e non lo accetteremo mai. Israele può occupare, ma non può persistere nell'occupazione della nostra terra".

Rivolgendosi al popolo libanese, Qassem ha esortato all'unità e alla vigilanza contro le divisioni interne, affermando: "Non chiediamo sostegno, ma di non essere pugnalati alle spalle o di non servire gli interessi israeliani. Il governo è il principale responsabile della salvaguardia della sovranità".

Ha sottolineato che la sovranità del Libano è realmente minacciata dalla belligeranza statunitense e dalla "avida espansione israeliana", sottolineando che la solidarietà nazionale rimane la via per la riconquista dei territori occupati. "L'obiettivo della Resistenza è la liberazione nazionale, mentre l'obiettivo del nemico è l'occupazione", ha affermato.

Qassem ha ribadito l'impegno di Hezbollah nei confronti dell'Accordo di Taif, affermando che non può essere applicato selettivamente. "Coloro che affermano di rispettare l'Accordo di Taif non possono sceglierne gli articoli, soprattutto quelli riguardanti la liberazione del suolo libanese".

Ha concluso sottolineando che la Resistenza non cerca di assumere il ruolo di nessuno, ma di salvaguardare la sovranità della nazione. "Israele deve attuare l'accordo come ha già fatto il Libano; qualsiasi nuovo accordo non farebbe altro che assolverlo e aprire la strada a ulteriori aggressioni. La Resistenza rimane una fonte di potere per il Libano che deve essere preservata."

Qassem ha affermato che la Resistenza è pronta alla difesa, ma non si sta preparando a dare inizio a una battaglia, spiegando che, pur non avendo la possibilità di decidere se iniziare o meno uno scontro o prendere l'iniziativa, sono disposti a difendere il Libano in caso di guerra.

Lo sceicco Qassem ha sottolineato che, se costretti a combattere, combatteranno gli israeliani con qualsiasi mezzo a loro disposizione, anche fino all'ultimo uomo o donna, e non permetteranno loro di attraversare il Libano meridionale.

Domenica, in un'intervista esclusiva ad Al-Manar TV, ha sottolineato che "il ritmo delle aggressioni quotidiane a cui stiamo assistendo è la pressione esercitata da America e Israele per ottenere attraverso la politica ciò che non sono riusciti a realizzare sul campo".

Inoltre, ha avvertito che "se il nemico lancia una guerra contro il Libano, non otterrà nulla", sollecitando la piena attuazione dell'accordo di cessate il fuoco. Ha aggiunto che "tutti trarranno beneficio dal rispetto dell'accordo, ma in caso contrario, non otterranno nulla e continueremo a prepararci a resistere a qualsiasi potenziale aggressione".

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