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                    L'oblio 
                     
    di Elisa Fontana 
                   
                    
“Dopo 20 o 30 anni, bisognerebbe avere il coraggio di arrendersi. Il tempo non è solo padre di verità, ma anche tempo di oblio”. 
 Se questa frase, a proposito del delitto di Garlasco, l’avesse pronunciata un privato cittadino al bar gli avremmo detto fraternamente di non accedere con gli alcolici e, prima di parlare, di accendere l’unico neurone di cui sicuramente è in possesso. Perché solo una persona poco lucida  con evidenti problemi cognitivi può scambiare la ricerca della giustizia con un non meglio precisato oblio.
Ma se queste parole insensate vengono pronunciate da un magistrato che al momento ricopre pure la carica di ministro della giustizia si aprono mondi inesplorati di pressappochismo, smisurata derisione nel ruolo che si ricopre, totale inesistenza dei cardini fondamentali di qualunque stato di diritto, ignoranza di qualunque lettura basilare giuridica. E qui mi fermo.
 Mi sento di dire solo una cosa al ministro:  ministro Nordio, vada in cella, guardi negli occhi Alberto Stasi e gli illustri ben bene questa sua superlativa teoria dell’oblio giuridico. Perché, sa, è anche probabile che Stasi possa essere in galera condannato per un delitto che non ha commesso e sarebbe simpatico vedere le sue reazioni alla sua splendida teoria. Come le reazioni di chiunque stia in galera da innocente. Vada ministro, gli parli guardandolo negli occhi e  poi ci dica come ha reagito alle sue nobili parole. Se la risposta sarà riferibile, ovviamente.
Nel frattempo, sarebbe cosa commendevole, invece di occuparsi di oblii farlocchi, se trovasse il tempo per dire finalmente la verità sulla correlazione fra affollamento carcerario insostenibile e suicidi in carcere, perché non è che negandolo pervicacemente, come fa  lei da tre anni, il problema scompare.
 Se davvero le sta a cuore la riforma della giustizia trovi risorse per il suo ministero, faccia assumere personale per tagliare le  lungaggini dei processi, si dia da fare. Perché quella sarebbe la vera riforma della giustizia che la consegnerebbe alla storia, non quella che state contrabbandando come tale e altro non è che una riforma del potere giudiziario a scapito della indipendenza della magistratura. 
Nel frattempo, magari, potrebbe interessarsi a quei giocherelloni di Parma che dentro la sede di Fratelli d’Italia e insieme ai componenti di Gioventù Nazionale hanno festeggiato la ricorrenza della Marcia su Roma con canti fascisti, saluti al duce e tutta la paccottiglia al seguito. Spero di non sconvolgerla, ma è tutta roba fuorilegge se ancora la parola per lei ha un qualche senso. Ecco, vede, lì può mettersi alacremente al lavoro, se solo lo volesse.
Quanto a noi, mi creda, al momento l’unico oblio che mi sento di rivendicare con forza sarebbe quello per cui il popolo italiano potesse misericordiosamente dimenticare di aver avuto un ministro della giustizia come lei, insieme all’allegro governo che la accompagna.
 
                  
           
       
                   
                       
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